Nell’era dei videogiochi AMD e NVIDIA si sfidano con potenti schede grafiche
AMD e NVIDIA i colossi della tecnologia si stanno sfidando con schede grafiche sempre più potenti. Da poco la prima ha rilasciato Mantle, la seconda G-Sync: entrambe volte a migliorare l’esperienza di chi gioca al PC.
Ma vediamo quali sono i miglioramenti tecnologici che sono stati apportati.
Se con le console le specifiche tecniche sono sempre le stesse, con il PC la situazione cambia da modello a modello. Cambiano la scheda video, il processore, la RAM e tanti altri componenti che influiscono moltissimo sulla resa finale. I titoli per PC non riescono a sfruttare alla perfezione il potenziale di tutto l’hardware disponibile nei diversi computer, cosa che invece non accade nelle Console.
L’AMD si sta concentrando sullo sviluppo di una serie di strumenti che gli sviluppatori possono utilizzare per armonizzare le fasi di lavorazione, dando la possibilità di creare un prodotto che restituisca le stesse prestazioni tanto su PC, quanto su Console.
Mantle e le API
I risultati di questi sforzi si chiamano Mantle: una serie di strumenti per la programmazione dei videogiochi su PC, che permettono ai vari titoli di sfruttare tutta la potenza delle risorse hardware a disposizione. Mantle può essere definita un’API “Application Programming Interface” (interfaccia di programmazione per applicazioni): interfacce che con poche righe di codice riescono a richiamare funzioni più complesse consentendo ai software di funzionare in modo adeguato sulle piattaforme per cui sono stati creati.
Le prospettive che si aprono con Mantle sono enormi. Basta pensare alla possibilità di far lavorare al massimo un processore grafico e la CPU: renderebbero i giochi più fluidi e più veloci.
Prima di Mantle le librerie grafiche sfruttate dai videogiochi erano in sostanza due: DirectX di Microsoft e Open GL. Mantle non è altro che un’alternativa a queste ultime e proprio per questo sa essere in grado di migliorare sensibilmente l’esperienza di gioco.
Per sfruttare pienamente Mantle è però importante utilizzare appositi driver messi a disposizione dalla casa madre; questi sono necessari a far interagire l’hardware con il software ed a far capire alla scheda video le istruzioni scritte con Mantle, traducendole in grafica allo stato puro.
Cosa serve per usare Mantle
In conclusione Mantle è definito come l’armonia tra tre ingredienti:
- Il driver presente in AMD Catalyst che permette ai software di dialogare con l’architettura grafica Core Next presente in determinate schede video. I driver della AMD sono gratuiti e sempre aggiornati.
- Una scheda con processore grafico Core Next, tra cui Radeon serie R9, R7 e HD 7000
- Un gioco scritto appositamente con Mantle. In questo momento i videogiochi che già utilizzano la tecnologia AMD sono Battlefield 4, Thief, Star Citizen, Nitrous e Sniper Elite 3.
GPU e CPU
La maggior parte del carico di lavoro richiesto per far funzionare un gioco viene scaricato sulla scheda video e sul processore grafico, la GPU, la quale deve armonizzare la richiesta di risorse per contribuire alla resa finale del titolo.
Quindi oltre ad avere una potente scheda video è opportuno sfruttare un processore in grado di soddisfare qualsiasi richiesta. Il binomio perfetto GPU-CPU renderà il gioco più fluido e veloce. Mantle si inserisce proprio in questo contesto riuscendo ad organizzare in maniera più produttiva il lavoro dei due componenti.
NVIDIA
NVIDIA a differenza di AMD sta puntando sul miglioramento della visualizzazione dei giochi durante la trasmissione dei dati dalla scheda grafica al monitor. La sua tecnologia è G-Sync che può essere integrata negli schermi di nuova generazione o adattata a quelli compatibili tramite un componente esterno.
I problemi per il G-Sync sono però diversi:
Il tearing o “strappo”: è la non sincronizzazione tra frame rate e il refresh rate. Il refresh rate è la frequenza di aggiornamento, ossia la velocità con cui un’immagine viene ridisegnata sul display, il frame rate (la frequenza di fotogrammi) è la velocità con cui un filmato o un videogioco riproducono i fotogrammi sullo schermo. L’insidia del tearing può essere risolta con una funzione chiamata V-Sync, la scheda video viene impostata in modo da adeguare la frequenza dei fotogrammi a quella di aggiornamento del monitor.
Ma questa soluzione ha anche degli svantaggi e sono gli scatti dell’immagine che percepiamo quando il frame rate è minore del refresh dello schermo: lo “stuttering“. Un esempio di questo effetto è quando nel videogioco spariamo ad un nemico e ci vediamo partire il colpo qualche secondo dopo aver premuto il pulsante.
Cosa serve per usare G-Sync
G-Sync affronta i due problemi sopra elencati introducendo il “refresh rate variabile“, un monitor dotato di questa tecnologia che a differenza di quelli tradizionali, è in grado di adeguare la frequenza di aggiornamento in continuazione mettendo al bando lo stuttering e il tearing.
E’ importante sapere che per funzionare G-Sync ha bisogno di una scheda video compatibile basata su architettura Kepler. La GeForce GTX650 Ti BOOST o superiore è sicuramente la scheda video più adatta.
I monitor che fanno uso della tecnologia G-Sync per il momento sono:
Asus ROG Swift PG278Q – monitor a 27 pollici e risoluzione 2560×1440 pixel al costo di 799 euro.
Aus VG248QE dove G-Sync può anche essere montato autonomamente come modulo a sé stante.
Altri colossi con monitor G-Sync sono: Philips e BenQ.
Conclusioni
Abbiamo visto come AMD e NVIDIA stiano cercando di migliorare le esperienze di gioco su PC. AMD si concentra sulle radici della programmazione, mentre NVIDIA parte dal monitor per risolvere problemi cui nessuno fino ad ora aveva posto un rimedio effettivo. Insieme queste due tecnologie potrebbero migliorare enormemente qualsiasi esperienza di gioco su PC ma è pur vero che la prima soluzione dipende dai programmatori dei videogiochi, la seconda dipende da noi, proprio perché acquistare un monitor G-Sync richiede una valutazione di budget a disposizione.
A voi la scelta.