Strisce blu: la sosta si paga con Pyng l’app di Telepass

L’app lanciata da Telepass, Pyng, è un’applicazione per i telefonini che consentirà di pagare da mobile gli effettivi minuti di sosta nelle strisce blu.

L’iniziativa è riservata agli utenti Telepass e consente di vedersi addebitare sul proprio conto Telepass i minuti della sosta anche senza avere il dispositivo Telepass in auto; gli ausiliari del traffico non dovranno fare altro che verificare con un riscontro sul numero della targa l’avvenuto pagamento inserendo i dati nel palmare in loro dotazione.

Telepass Pyng

Non occorrerà più cercare il parcometro o ricorrere a carte di credito, monetine o altro, basterà caricare l’app gratuita sul proprio smartphone e impostare la durata della sosta. Pyng calcolerà direttamente l’importo complessivo e il successivo addebito. Si potrà, inoltre, modificare il termine della sosta anche a distanza, posticipandolo o anticipandolo.

Telepass si è aggiudicata la gestione del nuovo servizio di pagamento della sosta tariffata via app, rispondendo alla richiesta di manifestazione di interesse presentata a una procedura bandita da Atac. In cambio l’azienda capitolina del trasporto pubblico darà una percentuale di incassi in relazione al pagamento della sosta tariffata effettuata dagli utenti a Telepass.

L’app Pyng arriva ad un anno di distanza dal sistema di pagamento Atac.Sosta, l’app dell’Atac che oggi ha oltre 23 mila iscritti e quasi 18 mila utilizzatori. Il servizio permette di pagare la sosta attraverso smartphone, sms o chiamando da un qualsiasi telefonino.

Il servizio di Telepass Pyng partito da Roma sarà presto esteso nelle principali città italiane.

Scarica Telepass Pyng su Play Store o App Store.

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Fabrizio Cannatelli

Autore e Founder di Informarea, sono un appassionato di informatica e tecnologia da sempre. La voglia di comunicare e di condividere sul Web le mie curiosità e le mie conoscenze, mi ha spinto a lanciarmi nel progetto di questo sito. Nato un po' per gioco e un po' per passione, oggi è diventato una grande realtà.

Fabrizio Cannatelli

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