Mobilegeddon: il nuovo algoritmo di Google per dispositivi mobili
Da oggi Google favorirà le pagine ottimizzate per smartphone e tablet. Questo cambio potrebbe provocare effetti negativi sul 40% dei principali siti italiani.
Il 21 aprile è il giorno del nuovo algoritmo di Google, annunciato ufficialmente, chiamato dagli esperti SEO: Mobilegeddon.
Le ricerche su Google negli smartphone e tablet sono oramai in forte crescita e valorizzare la versione mobile del sito ai danni di chi invece usa ancora solo quella per desktop è diventata una priorità.
Le modifiche apportate da Google provocheranno un notevole impatto sui risultati di ricerca. In pratica il nuovo algoritmo privilegerà i siti web mobile friendly nelle ricerche effettuate tramite mobile.
Per verificare se il tuo sito è compatibile con i dispositivi mobili, Google ha messo a disposizione una pagina a questo indirizzo, in cui potrai testare quanto il tuo sito è ottimizzato per smartphone e tablet.
Dopo aver inserito l’URL del sito, nella parte alta della pagina, ti basterà cliccare su Analizza per vedere se correre ai ripari e preoccuparsi dell’arrivo del nuovo algoritmo oppure dormire sonni tranquilli.
A tal proposito, comunque, Google ha rilasciato una Guida ai dispositivi mobili per webmaster e una la pagina Princìpi di Site Design su Web Fundamentals.
In caso di errori, evidenziati dai risultati di analisi di compatibilità con i dispositivi mobili, puoi verificare quanto le tue pagine siano ottimizzate per i dispositivi mobili accedendo agli Strumenti per i Webmaster di Google.
Per avere ulteriore supporto sul mondo mobile friendly puoi anche consultare il Forum di Assistenza ai Webmaster o la Community Ufficiale.
In conclusione il Mobilegeddon rischia di mettere in crisi numerosi siti che non hanno avuto il tempo di adeguarsi. Già da venerdì potremo assistere ad una possibile discesa di posizione, nella classifica delle risposte del motore di ricerca, di siti blasonati.
Il cambio di algoritmo potrebbe colpire soprattutto i siti europei (Italia in primis), dato che Google controlla circa il 90% del mercato delle ricerche nel Vecchio Continente.
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