Come iniziare a sviluppare un’App
Dopo Apple che vanta un App Store con oltre mezzo milione di App, anche il negozio di Google da qualche tempo ha raggiunto un notevole numero di App sviluppate. Il negozio di Microsoft per il momento arranca, ma anche a Redmond comincia a muoversi qualcosa.
Eppure nonostante le migliaia di App potremo avere l’idea giusta e non trovare nei vari store l’App di cui abbiamo avuto l’idea, proprio perché non esiste. A questo punto potremo realizzarla vestendo i panni del programmatore per tablet e smartphone ma non è semplice come sembra, anzi.
Istruzioni su come iniziare a sviluppare un’App
Se vogliamo scrivere una semplice App e imparare a programmare, tenendo conto delle diverse piattaforme mobili, dobbiamo tenere in considerazione che: per scrivere App per iPhone e iPad bisogna imparare a usare gli strumenti di programmazione di Apple e il linguaggio Objective C. Se invece, puntiamo su Android, gli strumenti sono quelli di Google e il linguaggio si chiama Java, più semplice del C ma pur sempre un linguaggio che richiede impegno e diverse settimane di studio.
Tuttavia ci sono delle alternative. I cosiddetti “Ambienti RAD“, dove RAD sta per Rapid Application Development, o Sviluppo Rapido di Applicazioni. Si tratta di strumenti che permettono di realizzare applicazioni senza scrivere codice, ma combinando elementi già pronti che vanno a interagire fra loro secondo regole facili da esprimere. Un esempio è App Inventor, è un RAD dedicato alla programmazione Android. Per iniziare basta creare all’interno del browser l’aspetto estetico del programma, poi si passa a definire il comportamento dell’applicazione collegando vari blocchi predefiniti; il lavoro può essere visto in tempo reale grazie al collegamento continuo tra PC e smartphone.
Un altro strumento RAD è Apps-Builder, è un servizio italiano gestito da un’azienda catanese che consente di trasformare rapidamente i contenuti di un sito in un’App, ma anche di arricchirla con elementi aggiuntivi tramite una serie di moduli che consentono di svolgere numerose funzioni: geolocalizzazione, integrazione di principali social network, notificazione push, inclusione nelle reti pubblicitarie e tante altre. Per mantenere attiva la propria App bisogna sottoscrivere un abbonamento al servizio a partire da 15 euro al mese + IVA, il vantaggio è che l’app viene prodotta in modalità piattaforma (sia per Android, iPhone, iPad, Windows Phone 7.5, BlackBerry 10) e la stessa azienda provvede a registrarla nei vari store, previa apertura di un account da sviluppatore e pagamento della relativa quota: 99 dollari per l’Apple Store, 25 dollari per il Play Store e 75 dollari per Windows Store.
Android, grazie alla sua derivazione dal mondo Linux, è la piattaforma più versatile e con la maggiore disponibilità di strumenti di programmazione. Ma come iOS va studiata a fondo, esistono, infatti, in Italia società specializzate che organizzano corsi per la programmazione in iOS e Android, ma chi vuole risparmiare può anche provare a seguire i numerosi corsi gratuiti disponibili sul web. Unico neo: la maggior parte di questi corsi sono in inglese.
Per i Corsi di Programmazione iOS potete consultare questi link:
Per i Corsi di Programmazione Android potete consultare questi link:
- www.futureservice.it/CorsoAndroid.htm
- www.youtube.com (cercate “The New Boston Android”)
- www.html.it/guide/guida-android.
Sempre sul Web sono reperibili numerosi libri e tutorial sulla programmazione per piattaforme mobili, molti dei quali gratuiti e anche in italiano. Naturalmente una volta acquisita la necessaria familiarità con gli strumenti di programmazione si potrà procedere a scrivere l’applicazione ma bisognerà assicurarsi che essa giri correttamente su migliaia di dispositivi mobili con caratteristiche tecniche diverse. Nel caso di Apple le App ammesse sono di numero notevolmente inferiore proprio perchè per pubblicarle devono rispettare una serie di regole: sicurezza, conformità dell’interfaccia, tipo di contenuti e altro ancora.
Oltre alla piattaforma su cui lavorare occorre, anche, decidere come farsi pagare e a grandi linee le App a pagamento sono molto meno scaricate di quelle gratuite, a meno di presentare costi inferiori all’euro. Mettere un’App a pagamento potrebbe limitare di molto il numero di utenti disposti a scaricarla. L’altra strada percorribile è quella di mettere l’App gratis, e guadagnare con la pubblicità. Si tratta di una strada preferibile per quelle App che potrebbero avere numerosissimi utenti. Oltre alla maggior propensione al download, la strada delle App supportate dalla pubblicità ha anche un altro vantaggio, l’autore continua a guadagnare per tutto il periodo in cui l’App viene usata.
Se abbiamo intenzione di creare un App più complessa, allora il percorso è diverso perchè in questo caso è consigliabile cercare persone che dispongano di competenze di cui abbiamo bisogno e che siano interessati al nostro progetto per metter su un gruppo di lavoro professionale. In questo caso abbiamo due soluzioni:
- Ricorrere a un “incubatore” o “acceleratore“, ovvero agganciarsi a una struttura pubblica o privata, che ha come scopo di semplificare la vita alle “startup” (es. le micro-aziende tecnologiche che tentano di farsi largo nel mercato).
- Entrare in un “coworking campus“, ovvero un ambiente di lavoro condiviso nel quale possono operare e collaborare fra loro persone diverse e gruppi di lavoro in cui ciascuno è in grado di portare la propria idea (Talentgarden.it).
Non mi rimane che farvi un in bocca al lupo e buona App!
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