Toro Scatenato: il miglior film sul pugilato della storia del cinema
Toro Scatenato è la storia del campione mondiale dei pesi medi Jake La Motta, detto “il toro del Bronx” per le sue doti di picchiatore e di incassatore, che nel 1949 conquistò il titolo contro Marcel Cerdan e lo cedette a Ray Sugar Robinson il 14 febbraio 1951.
Il film girato interamente in bianco e nero nel 1980, è stato sceneggiato da Paul Schrader e Mardik Martin che si ispirarono proprio all’autobiografia del grande campione di pugilato Jake La Motta e diretto da Martin Scorsese in un periodo della sua vita segnato da alcol, droghe e depressione.
Costato quattordici milioni di dollari e due anni di duro lavoro, è un violento film sulla violenza in cui la boxe fa da contorno al ritratto di un uomo che raggiunge i vertici del pugilato per poi subire una vera caduta, accompagnata da notevoli problemi con la famiglia e gli amici.
E’ sicuramente il miglior film di ambiente pugilistico della storia del cinema grazie anche alla miglior interpretazione di Robert De Niro, che, calatosi nella parte del peso medio Jake La Motta con un puntiglioso allenamento e notevole aumento di peso (una trentina di chili), ha saputo miscelare una sensazionale paranoica furia con l’umorismo sardonico del personaggio. L’interpretazione nel ruolo del pugile valse a Robert De Niro un Oscar come miglior attore, mentre Joe Pesci interprete del fratello manager Jake ottenne la candidatura come miglior attore non protagonista.
Toro scatenato fu girato in due parti:
- Le scene sul ring furono girate per prima. In queste scene infatti De Niro appare come un giovane muscoloso boxeur.
- Le scene di La Motta vecchio e grasso furono girate alcuni mesi dopo per dare la possibilità a De Niro di aumentare di circa 30 chili.
La seconda parte del film è sicuramente quella in cui De Niro ebbe grossi problemi nel recitare in quanto aveva notevoli difficoltà a muoversi in quel corpo enorme e dal ventre voluminoso, le scene infatti furono girate con pochissimi ciak.
Scorsese da parte sua mostrò un’attenzione esagerata in tutte le fasi delle riprese dando l’idea, per tutti coloro che lo conoscevano, di una specie di testamento artistico, degna cornice di un autore che aveva già dato alla luce opere notevoli. Con l’aiuto dell’altro premio Oscar per il montaggio Thelma Schoonmaker, Scorsese riuscì a mantenersi fedele all’idea di riprese che stessero sul ring, che facessero vedere la violenza di ogni singolo pugno, la rozzezza e la crudezza della “nobile arte”.
Lo spettatore che assisteva ai duelli del film sentiva ciò che accadeva ai duellanti, percepiva il loro dolore e la loro rabbia, e vedeva con estremo realismo la forza dei colpi che si abbattevano sui pugili. Ogni singolo combattimento si presenta inoltre diverso dagli altri, poiché riflette i vari stati mentali di La Motta durante i combattimenti.
Alcuni aneddoti:
- Quando De Niro vinse l’Oscar quale miglior attore protagonista, ringraziò , .Jake La Motta“Sebbene ci stia citando in giudizio”
- I rumori dei pugni, nelle scene di boxe, sono stati ottenuti schiacciando pomodori e meloni.
- Al minuto 63′ il giocatore di briscola con gli occhiali, che poi va a salutare Jake, a casa sua, altri non è che il padre del regista, Luciano (Charlie) Scorsese. Casualmente, nel film il suo personaggio si chiama proprio Charlie.
- La fotografia in biano e nero fu del grande Michael Chapman
- La colonna sonora del film è “Intermezzo da Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni
Ecco alcune scene del film.
Jack La Motta conquista il titolo di Campione Mondiale dei Pesi Medi.
Una scena memorabile in cui Jack La Motta (Robert De Niro) invecchiato ripercorre la sua vita parlando con se stesso.
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