Omicidio Melania Rea: Parolisi condannato all’ergastolo
Al termine di un processo a porte chiuse e svoltosi con rito abbreviato, Salvatore Parolisi è stato condannato alla pena più severa, l’ergastolo.
Il Gup di Teramo Marina Tommolini ha ritenuta valida la ricostruzione dell’accusa e dopo 4 ore di Camera di Consiglio ha non solo ritenuto Parolisi colpevole di omicidio della moglie Melania Rea, ma ha anche tolto patria potestà e confermato l’interdizione dai pubblici uffici al Caporal Maggiore, stabilendo il pagamento di una provvisionale di due milioni di euro: uno per la bambina, 500mila a testa per i genitori di Melania.
Apparso serio e imperturbabile, Parolisi non ha voluto assistere alla sentenza ed ha preferito attendere il verdetto nella cella al piano di sotto, ma appena ha saputo il risultato dell’udienza che lo professava colpevole di omicidio, aggravato dalla crudeltà, dal vincolo di parentela e dalla minorata difesa, si è lasciando andare in un pianto a dirotto urlando la propria innocenza per rientrare subito dopo nel carcere di Castrogno, alla periferia di Teramo.
Omicidio Melania Rea
Il giorno della scomparsa
A un anno e mezzo da quel maledetto 18 aprile 2011, quando Melania Rea fu assassinata con 35 coltellate sul Colle San Marco di Ascoli Piceno, si torna a parlare del delitto delle Casermette.
Secondo il racconto di Salvaotre, quel giorno i coniugi Parolisi e la loro bimba erano andati a fare un giro nei boschi di Colle San Marco dove c’è uno spiazzo con le altalene, erano circa le ore 15:00. Dopo alcuni minuti, Melania deve allontanarsi per andare in bagno presso il bar il Cacciatore e lascia il marito a giocare con la piccola Vittoria, con la promessa, su richiesta del marito, di portargli almeno un caffè. Melania non torna più. Dopo due giorni di ricerche il corpo di Melania viene ritrovato martoriato con 35 coltellate nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) a circa venti chilometri da Ascoli.
Il percorso fatto da Melania per recarsi in bagno, non è, però, quello che i cani molecolari rilevano. Anzi a quanto pare Melania avrebbe fatto un percorso molto più lungo per recarsi presso il bar il Cacciatore quando invece avrebbe potuto fare un tragitto più breve e che, secondo varie testimonianze, già conosceva. Dunque Melania sbaglia strada o vuole sbagliare strada? ma perchè Salvatore non la ha avvertita?
Melania viene ritrovata grazie ad una telefonata anonima, con una siringa conficcata nel seno sinistro, una svastica sulla coscia sinistra, gli slip e i pantaloni abbassati. 35 le coltellate inferte, di cui una alla gola e una al cuore (che sarà quella mortale). Il corpo non presenta segni di violenza sessuale. Accanto al cadavere vengono ritrovati un laccio emostatico, un anello di fidanzamento e un telefonino con scheda Tim in cui sono presenti dalle 14:40 le chiamate senza risposta dell’amica Sonia e di Salvatore.
I punti mai chiariti
- La mattina del 18 aprile 2011 i coniugi si recano a fare la spesa e vengono ripresi da telecamere a circuito chiuso. Melania ha una borsa bianca, Salvatore una felpa. Quando Salvatore chiama i carabinieri e chiede aiuto per la scomparsa della moglie, indossa pantaloni corti e una t-shirt. Abbigliamento insolito e fuori stagione per una gita in un giorno di pioggia e non estivo. Ma soprattutto che fine ha fatto la felpa?
- Alcuni testimoni affermano di aver visto Parolisi sul pianoro di Colle San Marco con una bimba e una donna ma non hanno mai dato certezza che si trattasse di Melania. Gli inquirenti hanno addirittura affermato che Parolisi fosse andato, nei giorni precedenti alla scomparsa della moglie, più volte a Colle San Marco con Melania e la bimba, utilizzando sempre lo stesso abbigliamento in modo da attirare l’attenzione e confondere la gente sull’effettiva data di avvistamento dei coniugi.
- Parolisi non partecipa alle ricerche ma rimane in caserma e cancella il suo profilo su Facebook e tutte le prove dei suoi contatti con l’amante Ludovica Perrone.
- Al ritrovamento del corpo Melania non aveva con sè nessuna borsa o borsone con il cambio della bambina, anzi questo oggetto è stato ritrovato a casa. Cosa molto insolita per una donna che decide di uscire ed ha una bambina di 18 mesi. Non è strano?
- Parolisi aveva chiesto a Melania di portargli un caffè, ma se la donna si era allontanata senza borsa come poteva portare un caffè al marito?
- Melania, secondo Parolisi conosceva il posto, ma allora come mai ha preso la strada più lunga per andare in bagno? e come mai il marito ha atteso un’ora per cercare aiuto e piangeva già disperato?
L’autopsia sul corpo di Melania
- Melania al momento dell’uccisione aveva la vescica vuota;
- E’ stata aggredita mentre era accovacciata nell’atto di fare pipì;
- L’esame tossicologico ha evidenziato che la donna prima di morire aveva bevuto caffè;
- L’aggressione mortale è avvenuta dove è stato ritrovato il corpo: nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella.
- Melania è stata presa alle spalle, e colpita con la tecnica militare dello “scannamento“. I calzoni abbassati le hanno impedito la fuga per essere poi colpita da 6 coltellate alla schiena e 20 tra capo, collo e tronco.
- Sotto l’unghia del quarto dito della mano sinistra è stato rinvenuto DNA misto: uno appartenente a Melania, l’altro a una donna non identificata.
- A livello gengivale e sulle labbra è stato rinvenuto il DNA del marito, Salvatore Parolisi.
- La donna si sarebbe allontanata intorno alle ore 14:30 – 14:40 e sarebbe stata uccisa dalle 24:00 alle ore 3:00 di notte.
- I colpi post mortem sarebbero stati inferti molte ore dopo il decesso nel tentativo di depistare le indagini.
Dopo le iniziali indagini, che avevano addirittura portato ad individuare, come colpevoliste dell’omicidio, alcune soldatesse del 235° Reggimento Piceno, presso il quale Parolisi esercitava l’attività di istruttore, il 21 giugno 2011 Salvatore Parolisi viene iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato e il 19 luglio viene arrestato. Secondo gli inquirenti il profilo di Parolisi coincide perfettamente con quello dell’assassino: una mente lucida in grado di agire in condizioni molto tese e capace di inquinare le indagini.
Le tante bugie di Salvatore Parolisi
- Dopo la morte di Melania, Salvatore asserisce di non aver mai tradito la moglie, quando in realtà da alcuni anni conduceva una relazione extraconiugale con la soldatessa Ludovica Perrone.
- Salvatore racconta che qualche tempo prima, nel boschetto di Ripe di Civitella, si sarebbe appartato insieme alla moglie per fare l’amore mentre la figlia sarebbe rimasta in auto. Questa dichiarazione sembra agli inquirenti un tentativo di prevenire eventuali dubbi su di lui nel caso fossero state trovate tracce del suo passaggio nel boschetto.
- Salvatore non raccontò mai che, Melania aveva saputo del suo tradimento e lo aveva rimproverato, telefonando, poi, a Ludovica per dirle di lasciarlo in pace.
- Il telefonino che Salvatore teneva per parlare con Ludovica, secondo il caporal maggiore, era stato gettato in un cassonetto per chiudere quella relazione, ma il 7 giugno un testimone ne aveva permesso il ritrovamento, dopo aver visto Parolisi gettarlo dietro alcune frasche, presso il campo sportivo di Villa Pigna.
- Parolisi sostenne di aver visto sul telefonino del suo amico l’agente penitenziario Paciolla le foto del luogo in cui fu ritrovato il corpo di Melania Rea, ma Paciolla quelle foto non le aveva mai scattate.
- Salvatore nega di aver promesso a Ludovica che avrebbe lasciato la moglie, ma in realtà nel periodo di Pasqua avrebbe dovuto recarsi a Roma per conoscere i genitori di Ludovica, che nel frattempo gli avevano prenotato una stanza d’albergo.
Secondo l’accusa Salvatore era pressato dall’amante, Ludovica Perrore, e per raggiungerla a Roma avrebbe dovuto lasciare Melania, che portò a Ripa e uccise inscenandone la scomparsa. Ora sarà compito della difesa smontare l’accusa e combattere su un caso che per ora ha come il solo e unico colpevole: Salvatore Parolisi.
In tutta questa brutta vicenda di famiglie distrutte ha ragione il papà di Melania quando dice: “In questa storia non ha vinto nessuno“.