Mike Tyson: la fama e gli eccessi di un Campione della Boxe

Iron Mike, The Baddest Man on the Planet, Kid Dinamite e King Kong, sono tutti i soprannomi di uno dei pugili più feroci mai conosciuti: Michael Gerard Tyson.

Tyson nasce a Southington, Ohio (USA), in un ghetto nero di Brooklyn il 30 giugno 1966. Nonostante nell’immaginario di tutti Tyson venga ricordato come un colosso, in realtà è un pugile anche non tanto alto per la categoria, solo 178 cm ma grazie alla notevole prestanza fisica è stato uno dei picchiatori più efficaci e temibili nella storia del pugilato e ciò è dimostrato dai 44 KO ottenuti in 58 incontri. La sua arma vincente è stata l’unione di due qualità difficili da riscontrare in un pugile della categoria “peso massimo”: la potenza e la velocità.

Quando si dice che molti pugili provengono dalla strada non si può non pensare ad Iron Mike. Mike è infatti il terzo di tre figli: Rodney, Denise e Michael, cresciuti (si fa per dire)  dalla madre Lorna Smith e dal padre  Jimmy Kirkpatrick il secondo uomo di sua madre (il cognome Mike però lo prese dal primo uomo di sua madre Percel Tyson).

Jimmy lavora come manovale ma, due anni dopo la nascita di Michael, lascia il lavoro, per gravi disturbi al cuore, e abbandona Lorna Smith ed i figli per rifarsi una vita lontano da Brooklyn. Lorna, incapace di sostenere da sola l’intera famiglia, si trasferisce con tutta la famgilia da Bedford-Stuyvesant a (New York) Brownsville, uno dei quartieri più pericolosi degli Stati Uniti.
>La vita di Mike Tyson

L’infanzia difficile in una gang e la passione per i piccioni

Michael, senza un padre e con una madre distrutta dall’alcool, cresce nelle strade del ghetto senza nessuna guida; introverso e solitario, comincia a coltivare la passione per i piccioni (che alleva con entusiasmo sul tetto di un edificio abbandonato). Parla poco e non ama giocare con gli altri ragazzi, ha solo dieci anni, non è alto ma il suo fisico è molto più sviluppato di quello di molti suoi coetanei, che incuranti della sua mole lo deridono costantemente soprannominandolo Mike il testone, Mike lo sporco, Piccola fata (per i modi gentili e la voce sottile con un lieve difetto di pronuncia che gli fa sospirare la esse quando parla).

Un giorno, però, Michael picchia furiosamente un ragazzo più grande che, per divertimento, aveva ucciso uno dei suoi piccioni e continua, anche in seguito, a ricorrere alle maniere forti qualora gli si presenti l’occasione. La storia di questo ragazzino e dei suoi pugni comincia a circolare a Brownsville, così Michael lascia la scuola, e ad appena dodici anni diventa il membro più giovane di una gang di strada conosciuta a Brownsville con il nome di The Jolly Stomper (I picchiatori sorridenti). Comincia a cacciandosi in ogni sorta di guaio, diventando un esperto in furti, aggressioni, risse. Dopo aver collezionato una trentina di arresti scopre la boxe nel riformatorio, grazie ad un secondino ed ex-pugile medio-massimo professionista Bobby Stewart che lo nota e decide di segnarlo a Cus D’Amato, uno dei manager più importanti della boxe.

Tyson e Cus D'Amato

Gli esordi nella Boxe, la scuola D’Amato e la conquista del titolo mondiale

Nella scuola di D’Amato, Mike infrange continuamente le ferree regole imposte, ma Cus anche a costo di andare in conflitto con i suoi collaboratori protegge e ripara sempre i guai di Mike, convinto che il ragazzo avrebbe fatto la sua fortura.  In un intervista qualche hanno dopo D’Amato dichiarò: “La prima volta che lo vidi mi trovai di fronte un ragazzino di 12 anni che pesava già attorno agli 85 kg, ma senza un filo di grasso. Era tutto muscoli, tanto che fummo costretti a chiedergli il certificato di nascita. Decisi di fargli un provino, dopo un paio di riprese sanguinava dal naso, era grezzo, si muoveva male; ma aveva dalla sua una forza spaventosa. Avevo già deciso di prenderlo, ma lui voleva continuare. Occorreva la tecnica. Fin dall’inizio imparò prima di tutto a schivare i colpi degli avversari, visto il grosso handicap dell’altezza. Poi imparò a canalizzare la sua devastante potenza“.

Come dilettante, Tyson, disputa un’ eccellente carriera sostenendo in tutto 54 incontri di cui 48 vinti. Le frequenti soluzioni prima del limite, – il 1º incontro addirittura in 17 secondi – lasciarono intravedere per lui un brillante futuro tra i professionisti. Il 6 marzo 1985 c’è il debutto fra professionisti, Mike è esplosivo, batte Hector Mercedes in appena 77 secondi. Nel 1985 è protagonista di ben 15 incontri, 15 vittorie, 15 per ko di cui 11 alla 1ª ripresa. Purtroppo il sogno di D’Amato di vederlo campione del mondo non si realizza, Cus muore nel novembre del 1985 all’età di 77 anni.

A poco più di 20 anni Iron Mike batte per KO al secondo round Berbick conquistando il titolo mondiale WBC. 9 mesi dopo diviene il primo peso massimo nella storia a detenere tre delle quattro cinture delle federazioni più importanti. Il regno di Iron Mike dura più di tre anni durante i quali egli appare un’imbattibile macchina da pugni. Nessun avversario sembra potergli resistere e ogni suo incontro si risolve inevitabilmente in impressionanti e rapidissimi KO. Tra le sue vittime vi sono: Pinklon Thomas, Tyrell Biggs, Michael Spinks, Carl Williams e l’ex campionissimo Larry Holmes.

Tyson campione di tre cinture

L’imbattibile Iron Mike diventa mortale e viene anche accusato di stupro

Nel 1988 Mike Tyson passa con Don King (uno dei più grandi promotori di pugilato statunitensi), e continua a vincere battendo Frank Bruno, ma qualcosa sta cambiando. Il nuovo Staff non è all’altezza della fama di Mike, anzi è costituito soltanto dai suoi fidati amici e non da bravi tecnici del settore pugilistico. Il match contro Dauglas segna lo spartiacque fra “l’imbattibile Tyson”  e un Tyson più mortale. Durante l’incontro alla fine del 7º round, l’inadeguatezza dello Staff Tyson raggiunge l’apice: Mike ha un occhio sinistro quasi chiuso e nel suo angolo non è presente nemmeno una borsa con del ghiaccio, lo staff è costretto ad usare un guanto di plastica con dell’acqua per diminuire il gonfiore.  E’ l’11 febbraio 1990, da qui inizia la corsa di Tyson verso la riconquista del titolo mondiale ma nei due anni successivi disputa e vince solo 4 incontri (di cui 3 per KO).

Alla fine del 1991 la rincorsa al titolo viene, però, bloccata dall’accusa di stupro da parte di Desirěe Washington. Segue un processo che si conclude per Mike con una condanna a 10 anni di carcere. Tyson entra nel carcere di Plainfield, nello Stato dell’Indiana, nel febbraio del 1992 e ne esce già nel marzo del 1995 dopo 1095 giorni di reclusione, beneficiando, tra l’altro, di uno sconto sulla pena per buona condotta.

Mike Tyson arrestato per stupro su Desiree Washington

L’uscita di prigione e il ritorno sul ring contro Evander Holyfield

Tyson riprende subito la sua attività pugilistica sostenendo alcuni incontri con pugili di medio livello che batte con disinvoltura. Conquista , subito, prima la versione WBC del titolo dei pesi massimi battendo il valido britannico Frank Bruno alla vecchia maniera, un KO alla terza ripresa e poi impiega un solo round per sbarazzarsi di Bruce Seldon e fare sua anche la cintura WBA. Nel novembre del 1996, a 30 anni compiuti dopo aver conquistato il primo titolo mondiale, arriva il momento di difendere il titolo WBA contro un avversario di grande prestigio: l’ex re dei massimi leggeri e dei massimi “The Real Deal” Evander Holyfield. L’incontro molto atteso già prima della condanna di Mike, era stato addirittura fissato nel 1991.

In questo match combattuto e altamente spettacolare Mike viene sconfitto alla distanza tra lo stupore collettivo, per KO tecnico all’undicesima ripresa.  La rivincita con Holyfield avviene a Las Vegas, il 28 giugno del 1997. Il copione è sempre lo stesso, ma stavolta le testate di Holyfield, non viste dall’arbitro durante i “corpo a corpo”, provocano seri danni all’arcata sopraciliare destra dell’ex-Campione del Mondo. Nel corso del terzo round Mike, esasperato e sanguinante, morde l’orecchio dell’avversario staccandogli un pezzo di cartilagine. L’arbitro Mills Lane richiama Tyson ufficialmente, e dopo averlo avvertito più volte sospende l’incontro, squalifica Iron Mike e assegna la vittoria a Evander Holyfield.

In seguito a questo episodio, forse senza precedenti nella storia della boxe, la Commissione Atletica del Nevada decide di revocare a Tyson la licenza di pugile per un anno.

Tyson contro Holyfield stacca un pezzo di cartilagine

Gli ultimi incontri per il titolo e la conclusione della carriera agonistica

Trascorso l’anno di pausa, Mike, riottiene la licenza per tornare sul ring e con rapide vittorie per KO comincia a ricostruire la sua immagine di campione per ottenere una nuova chance per il titolo mondiale. Chance che arriva l’8 maggio 2002 a Memphis. Mike, oramai, trentaseienne, dopo ben 16 anni dalla prima conquista del primo titolo mondiale, ha la possibilità di ripetersi contro il detentore Campione dei Pesi Massimi: il britannico Lennox Lewis. Un incontro farsa, durante la conferenza stampa pre-match Mike Tyson aggredisce Lennox Lewis ed il suo entourage, ma nel match viene messo KO dall’inglese all’ottava ripresa.

Nel 2004, oppresso dai debiti, tenta un nuovo ritorno sul ring, ma viene messo KO in quattro riprese dall’inglese Danny Williams. L’anno dopo, a chiusura della sesta ripresa nell’incontro che lo vede opposto all’irlandese Kevin McBride, Mike si ritira e chiudedefinitivamente la sua carriera agonistica.

 Essere Mike Tyson

Dai successi agli eccessi nella vita privata

Nel 1999 Tyson è tornato di nuovo in prigione, per cinque mesi, per avere aggredito fisicamente due automobilisti in seguito ad un tamponamento in Maryland. Nel 2003 l’ex campione del mondo, dopo una serie di vani tentativi di ritorno sul ring, dichiara bancarotta, travolto dai debiti col fisco americano, dopo avere dilapidato gli oltre 300 milioni guadagnati nel corso della sua carriera di pugile.

L’ultimo episodio che narriamo, avvenuto nel 2009, è forse il colpo più duro ricevuto da Tyson, la perdita della figlia di 4 anni, Exodus, per soffocamento in un incidente domestico, la bambina aveva infilato per gioco la testa in un nodo scorsoio restando soffocata.

Dopo solo 15 giorni Mike sposa Lakiha Spicer (è il terzo matrimonio dopo quello con l’attrice Robin Givens e la dottoressa Monica Turner) dalla quale avrà Milan e Morocco Elijah, per un totale di otto figli.

Il 3 novembre 2011 è uscito “Essere Mike Tyson. Vita, successi ed eccessi del più discusso campione della storia della boxe“, un libro che meglio di altri racconta il fenomeno Mike Tyson che, l’America sportiva e non solo, ha reso l’idolo da esaltare sull’altare della gloria, prima, e l’uomo da gettare nella polvere, dopo. In Mike la vicenda sportiva e quella privata si sono inestricabilmente fuse e intrecciate condizionando inevitabilmente il campione. L’odio di Mike e la sua voracità esplodevano, come era accaduto sulla strada, anche sul ring lasciando spazio ad un riscatto condizionato dalla presenza di veri e propri alligatori vicini a Mike, e pronti a far di tutto pur di arricchirsi alle sue spalle.

Insomma come dice il detto “Puoi anche uscire dal ghetto, ma il ghetto non esce mai da te“.    

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I migliori KO di Iron Mike

DoctorsTrucco

Angelo Grasso alias DoctorsTrucco, ha svolto per anni l’attività di cabarettista nel duo DoctorsTrucco esibendosi presso i più svariati locali d’Italia. In questo sito si occuperà della sezione Cabaret regalandoci delle verie e proprie pillole di comicità e di risate a crepapelle (garantito) e, grazie alle sue capacità innate, della sezione Fantacalcio (nel suo palmares Fantagazzetta ci sono già 4 premi).

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