Massimo Troisi: un genio napoletano
Il 4 giugno 1994 muore a Ostia (Roma) per un attacco di cuore, l’attore che negli anni ’80 aveva rilanciato la napoletanità nel mondo dello spettacolo, Massimo Troisi.
Nato il 9 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, Massimo cresce in una famiglia modesta e numerosa che lui stesso soprannominò “la compagnia stabile“.
L’arte e soprattutto il teatro cominciano ad affascinarlo fin da ragazzo ed insieme ai suoi amici Lello Arena e Enzo De Caro forma nel 1972 un gruppo teatrale sperimentale chiamato inizialmente “i saraceni” per poi diventare “La smorfia“.
La compagnia recita inizialmente nel Teatro spazio del paese, ma ben presto comincia ad avere successo sia a livello locale che nazionale con sketch famosi come: “Annunciazione“, “San Gennaro” e “Soldati“, proposti qualche anno dopo, verso la fine degli anni ’70, in trasmissioni televisive come “Non Stop”, “La Sberla” e “Luna Park”.
Nel 1981, dopo sketch di successo, entrati nella storia del panorama culturale televisivo italiano, “La Smorfia” si scioglie; comincia per Massimo Troisi un forte interesse per il mondo cinematografico, si impegna così ad esordire nel campo della nuova commedia all’Italiana con il suo primo film “Ricomincio da Tre“. Il film ottiene un successo enorme: due Nastri d’Argento e due David di Donatello; Troisi, Regista, sceneggiatore ed interprete del film, riesce a mettere in scena un personaggio goffo ed impacciato che a suo modo conquista il vasto pubblico italiano, raccontando quella “napoletanità” che gli garantirà più di 600 giorni di permanenza nella sala romana del cinema Gioiello.
Il lavoro di Troisi come protagonista, autore e regista continua con “Scusate il ritardo” nel 1983, in cui la comicità di coppia fra lui e Lello Arena, tocca picchi altissimi. Il fim è basato ancora sulla sua vis comica da napoletano doc.
Il terzo lavoro di Troisi (codiretto con Benigni) arriva nel 1985 con “Non ci resta che piangere“. Il film unisce la comicità partenopea di Troisi a quella del toscanaccio Roberto Benigni, le due promesse del cinema dei primi anni ’80. Risate a crepapelle, grandi incassi e popolarità.
Nel 1987 il film “Le vie del Signore sono finite” vince il Nastro D’Argento per la migliore sceneggiatura; girato con Marco Messeri, nel film sono presenti le stupende musiche di Pino Daniele con cui Massimo ebbe una forte amicizia nata negli anni di esordio.
Nel 1989 diventa poi il pupillo di Ettore Scola per il quale interpreta “Splendor” e “Che ora è“, con cui vince in coppia con Marcello Mastroianni la coppa Volpi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e “Il viaggio di Capitan Fracassa” (1990) in cui Troisi veste i panni di Pulcinella un pò triste e narratore della vita dei comici.
Nel 1991 “Con Pensavo fosse Amore… invece era un calesse” di cui è anche autore e interprete, al fianco di Francesca Neri, Troisi firma la sua quinta regia cinematografica. Una Commedia anti-matrimonio, intelligente e con un’analisi divertente dei problemi legati all’innamoramento dei trentenni.
Già sofferente alla valvola mitralica, nel 1994 compra i diritti cinematografici del romanzo Il postino di Neruda del cileno Skarmeta e partecipa a “Il postino” diretto da Michael Radford, ritagliandosi la parte principale che gli varrà una nomination agli Oscar come miglior Attore (Il Postino ottenne in quegli anni cinque nomination agli Oscar).
Ventiquattro ore dopo la fine delle riprese, Massimo Troisi, muore a causa di una malformazione congenita al cuore, lasciando, con la sua spiccata comicità, un segno incolmabile nella storia del cinema italiano.
Alcune scene con Lello Arena nel film “Ricomincio da Tre“
La lettera al Savonarola con Roberto Benigni in “Non ci resta che piangere“
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