Che fine hanno fatto i Tears For Fears

Che fine hanno fatto i Tears For Fears. Uno sguardo alle origini, alla non partecipazione al Live Aid, fino ad arrivare alle reunion nel 2001. Ma cosa fanno oggi Roland e Curt?

Formato nei primi anni ’80 dal chitarrista Roland Orzabal e dal bassista Curt Smith, il gruppo new wave britannico Tears For Fears (Lacrime di Paura) nasce nella città di Bath dove i due ragazzi suonano già in diverse band: i Graduate prima e i The History of Headaches dopo.

Orzabal e Smith, figli di divorziati e cresciuti entrambi dalle sole mamme, si incontrano a 13 anni: Roland sentì cantare Curt un brano dei Blue Oyster Cult e rimase talmente colpito che gli propose di suonare con lui nei Graduate, un quintetto mod revival che fecero uscire il loro primo album nel 1980 con il singolo estratto intitolato “Elvis Should Play Ska“, un riferimento esplicito ad Elvis Costello.

Tears For Fears agli esordi

Il nome Tears For Fears, prende spunto da un trattamento terapeutico dello psicologo Arthur Janoy nel corso del quale il paziente riprova le primissime sensazioni dell’età perinatale, proprio perché anche Roland e Curt avevano vissuto la stessa infanzia traumatica.

Il primo concept album e la difficile infanzia di Orzabal

Nel 1981 la Phonogram Records li scrittura grazie anche al manager Dave Bates. Il primo singolo si chiama “Suffer the Children“. L’anno dopo arriva l’hit “Pale Shelter“, ma il vero successo lo raggiungono nel 1982 con il terzo singolo “Mad World“, il quale balza prepotentemente in testa alle classifiche inglesi. L’album “The Hurting” pubblicato nel marzo del 1983 raggiunge il primo posto nel Regno Unito ed è considerato l’unico concept album della band. Il tastierista e compositore Ian Stanley e il batterista Manny Elias che collaborano nella stesura dell’album, entrano con merito a far parte del gruppo.

The Hurting l'album di esordio dei Tears for Fears

I testi sono tutti di Roland Orzabal e riguardano la sua difficile infanzia ed educazione. I forti contrasti con il padre, un ingegnere francese, del quale non avrà mai una buonissima considerazione, l’introspezione, il dolore, il sentirsi prigioniero e l’incomprensione sono tutti elementi presenti nelle canzoni di “The Hurting, da cui venne estratto anche il quarto singolo, “Change“. Entrambi i componenti della band condividevano il fatto che i loro genitori non avevano dato quell’amore che spetta ad un bambino, ma solo un pallido rifugio.

Il successo mondiale

Dopo l’inedito “The Way You Are“, l’ultimo singolo in cui si fa ancora un uso eccessivo di sintetizzatori, esce, nel 1985, l’album “Songs from the Big Chair“, prodotto da Ian Stanley e Chris Hughes. La loro musica è diventata più raffinata e studiata, l’introspezione è stata abbandonata per far posto ad una intensa visione della realtà e all’era dei governi di Ronald Reagan negli USA e di Margaret Thatcher nel Regno Unito. Il titolo dell’album si ispira ad una mini-serie britannica, Sybil, dove una donna dalla personalità multipla spesso si rifugia nella sua personale “grande sedia”.

Songs From The Big Chair

L’album raggiunge un successo enorme grazie anche ai singoli “Shout, “Everybody Wants to Rule the World, “I Believe e “Mothers Talk. La lunga tournèè mondiale consacrerà la band come gruppo del momento ma causerà anche il primo abbandono, quello del batterista Manny Elias.

Il caso Live Aid di Bob Geldof

I Tears For Fears nel 1985, all’apice del successo, vengono scritturati per il Live Aid, un concerto benefico organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats e da Midge Ure degli Ultravox avente lo scopo di ricavare fondi per la fame in Africa. Il più grande evento rock della storia della musica toccherà gli stadi di Wembley, Sidney, Mosca e Filadelfia con la partecipazione di artisti come gli U2, i Queen, Elton John e tanti altri. Come Cat Stevens e Julian Lennon, anche i Tears For Fears cambiano idea all’ultimo minuto e decidono di non partecipare all’evento.

La decisione di non partecipare al concerto allo Stadio JFK di Filadelfia, viene inizialmente giustificata per l’assenza dei musicisti Saunders e Gregory in scadenza di contratto, con la promessa di assicurare la donazione all’organizzazione Aid di Geldof dei ricavi dei quattro tour di Londra, New York, Sidney e Tokio. Alcune settimane dopo però la vera ragione della mancata partecipazione dei Tears For Fears viene rivelata: Orzabal pretendeva maggiori garanzie da Geldof affinché i soldi dell’evento fossero effettivamente utilizzati per combattere la fame nel Terzo Mondo.

Lo stesso Geldof, addirittura, cerca di screditare la band dicendo che i Tears For Fears avrebbero contribuito alla morte di mezzo milione di africani se non si fossero esibiti. Curt Smith replicò: “Ci risentimmo per il modo in cui ci fecero sentire colpevoli. Chi è Bob Geldof per avere il potere di incolpare? Ci ha detto che noi saremmo stati responsabili per mezzo milione di vite umane nel caso in cui non avessimo suonato. Ha anche insinuato che avremmo avuto una cattiva pubblicità…“.

The Seeds of Love

Il miglior sound di Tears For Fears si trova nell’album The Seeds of Love del 1989. Il costo di produzione raggiunge oltre un milione di sterline inglesi e lascia la band e la casa discografica in debito. I brani dell’album sono ricchi di influenze musicali provenienti dal jazz, blues e dai Beatles. I due singoli estratti più famosi sono Sowing the Seeds of Love e Woman in Chains che raggiungono da subito la vetta delle classifiche musicali in buona parte dell’Europa.

Lo scioglimento dei Tears For Fears

Gli anni ’90 sono quelli dello scioglimento della band. Dopo l’album The Seeds of Love, Orzabal e Smith decidono di intraprendere strade diverse: il primo tiene in vita il nome del gruppo pubblicando nel ’93 l’album The Elemental per entrare nella Top 20 Europa con il brano estratto Break It Down Again e nel ’95 l’album Raoul and the Kings of Spain, il secondo dopo un album da solista di scarso successo, fonda con il musicista statunitense Charlton Pettus, i Mayfield.

Curt Smith e Roland Orzabal

Che fine hanno fatto i Tears for Fears

Il 2001, 10 anni dopo, è l’anno della reunion dei Tears For Fears. Smith con un tocco nostalgico manda un fax a Orzabel chiedendogli di incontrarsi per parlare e appianare le controversie. Smith vive a Los Angeles, Orzabel in Inghilterra. L’incontro si risolve in una riappacificazione e nella stesura di nuovo materiale. Il nuovo album Everybody Loves A Happy Ending del 2004 nasce da quell’alchimia tra i due che nel corso degli anni non si è mai spenta. I Tears For Fears tornano nella Top 40 britannica dopo 10 anni di assenza.

I Tears For Fears oggi

A molti anni di distanza la raccolta Tears Roll Down pubblicata in origine dodici anni fa, ha resistito nel 2003 per otto settimane nella classifica inglese grazie al riadattamento da parte di Michael Andrews e Gary Jules del brano Mad World, che durante il periodo natalizio ha raggiunto la vetta delle classifiche britanniche con il contributo dato anche dal film Donnie Darko in cui il brano compariva.

Nel 2018 la band aveva annunciato al mondo un nuovo album ma dall’ultimo singolo pubblicato nel 2017: I Love You But I’m Lost, contenuta nel greatest hits Rule The World non si hanno più notizie.

Ad oggi sono impegnati in tutto il mondo con il RULE THE WORLD TOUR 2019. Tra i due non scorre buon sangue ma a quanto pare sono decisi a rispettare i vincoli contrattuali che li legano.

Mad World – Tears For Fears Original HQ 1983

Sowing The Seeds Of Love – Tears For Fears 1989

Fabrizio Cannatelli

Autore e Founder di Informarea, sono un appassionato di informatica e tecnologia da sempre. La voglia di comunicare e di condividere sul Web le mie curiosità e le mie conoscenze, mi ha spinto a lanciarmi nel progetto di questo sito. Nato un po' per gioco e un po' per passione, oggi è diventato una grande realtà.

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