Le cellule staminali: cosa sono e a cosa servono
Nell’ambito della ricerca si parla sempre di più delle cellule staminali: proprio di pochi giorni fa è l’annuncio di una possibile cura per i malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), grazie ad una ricerca italiana condotta dall’equipe del professor Angelo Luigi Vescovi, fondatore dell’Associazione Neurothon Onlud (ora Revert), che ha previsto la moltiplicazione in laboratorio di cellule staminali cerebrali prelevate dal cervello di feti morti per cause naturali, e successivamente il loro trapianto nella zona lombare della spina dorsale di sei pazienti affetti da Sla: la prima fase della sperimentazione si è conclusa con successo, ed ora sarà avviata con fiducia ed ottimismo la seconda fase, che prevede il trapianto in zone più alte del midollo spinale, la regione cervicale.
Questo conferma l’Italia come uno dei Paesi che fanno ricerca e sperimentazione all’avanguardia (rispettando la normativa internazionale vigente) nell’ambito delle staminali.
Le cellule staminali: cosa sono e a cosa servono
Ma facciamo chiarezza: cosa sono e a cosa servono le cellule staminali?
Le cellule staminali sono cellule ancora immature ed indifferenziate che hanno la capacità di moltiplicarsi e differenziarsi in altri tipi di cellule del nostro organismo, allo scopo di dare origine a moltissimi tipi di cellule specializzate. Esse quindi rappresentano lo strumento più efficace dell’organismo per rigenerare i propri tessuti, per esempio in seguito ad una ferita, in quanto rispondendo a determinati segnali iniziano a moltiplicarsi e specializzarsi nelle cellule richieste: infatti quando una cellula staminale si divide, dà vita a due nuove cellule figlie, delle quali la prima sarà ancora una cellula staminale, mentre la seconda si specializzerà in nuove cellule che formeranno i tessuti di volta in volta necessari.
Le cellule staminali contenute nel nostro organismo, dette cellule staminali “adulte”, non sono molte, inoltre risiedono soltanto in certe aree del nostro corpo e purtroppo non riescono sempre a produrre l’intera gamma di nuovi tessuti. Gli altri tipi di cellule staminali sono prelevabili da altre fonti, come il cordone ombelicale di un bambino appena nato, il liquido amniotico in cui è immerso il feto durante la gestazione, o l’embrione. L’elemento straordinario delle cellule staminali embrionali è la loro capacità di differenziarsi in tutti o quasi tutti i tipi di cellule, oltre ad essere in grado di moltiplicarsi moltissime volte.
Le cellule staminali possono essere conservate a temperature molto basse, intorno ai -200°C, in appositi laboratori o banche. Solitamente quelle conservate nei laboratori si utilizzano per gli esperimenti, invece quelle conservate nelle banche possono essere utilizzate o per uso privato o come donazione. Le banche possono essere private o pubbliche, a seconda della legislazione del paese. In Italia, per esempio, non sono ammesse le banche private per la conservazione delle cellule staminali del cordone, a differenza della Gran Bretagna dove sono ammesse. Esistono comunque banche private con sede all’estero che operano anche sul nostro territorio.
Un esempio potenzialmente vicino a tutti noi è la raccolta delle cellule staminali dal sangue del cordone ombelicale, un’operazione molto semplice e che non comporta nessun fastidio per la mamma e il bambino. Il prelievo avviene immediatamente dopo il parto e dura pochi minuti, ma la decisione di voler effettuare la donazione va comunicata in anticipo alla struttura dove si intende partorire.
La donazione è importante in quanto il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali in grado di generare altre cellule del sangue (per esempio piastrine, globuli rossi, globuli bianchi). Queste staminali vengono utilizzate da molti anni per la cura di malattie del sangue: leucemie, linfomi, ed alcuni tipi di anemie e beta-talassemia. Sono inoltre in fase di studio terapie per altre patologie, quali le lesioni del muscolo cardiaco, il diabete di tipo I, l’Alzheimer, il Parkinson e le malattie neurodegenerative in genere, nonché quelle malattie genetiche per le quali è ipotizzabile una terapia cellulare.