La top ten dei Paradisi Fiscali nel mondo

La top ten dei Paradisi Fiscali nel mondo. Sono molti i Paesi, tra cui l’Italia, in cui la pressione fiscale è forte e costante. Per questo motivo con l’apertura delle frontiere, in tanti hanno cercato stratagemmi per spostare il proprio domicilio fiscale altrove e pagare meno tasse.

Purtroppo non esistono norme a livello europeo che stabiliscono come tassare il reddito dei cittadini dell’UE che vivono e lavorano presso un Paese diverso dal proprio. Esistono invece leggi nazionali che obbligano a pagare le tasse nel Paese in cui si risiede.

La top ten dei Paradisi Fiscali 2017

Quindi là dove si ha il domicilio fiscale il contribuente ha il diritto a:

  • Assegni familiari e detrazioni fiscali per le spese legate all’assistenza dei figli;
  • detrazioni fiscali per gli interessi sui mutui;
  • Imposizione cumulativa insieme al coniuge.

Si viene considerati residenti in Italia ai fini fiscali qualora:

  • la tua residenza è in Italia;
  • trascorri 183 giorni in Italia durante tutto l’anno;
  • svogli attività professionali pagate in Italia;
  • il tuo centro di interesse economico è in Italia.

Per i soggetti giuridici, invece, la situazione cambia, soprattutto quando l’attività commerciale riguarda merci vendute online. In tal caso aggirare le leggi sembra abbastanza facile. Ad oggi sono molte le multinazionali come Amazon e Apple che pagano le tasse rispettivamente in Lussemburgo, Irlanda e Regno Unito. Lo stesso Google trasferisce molti utili dall’Irlanda all’Olanda e da qui alle Bermuda, vero e proprio paradiso fiscale.

Google Ireland

Questo gioco sta cominciando pian piano ad incepparsi, dato che ogni governo centrale ha capito che ha il dovere di chiedere a questi “Giganti” di pagare effettivamente le tasse. Molti Paesi come il Lussemburgo privilegia queste multinazionali permettendo un trattamento fiscale di favore. Per questo motivo, tale compiacenza viene vista come concorrenza sleale o veri e propri aiuti di Stato.

Detto questo per gli imprenditori nostrani esiste, seppur in maniera stringente, il modo di pagare le tasse all’estero: parte dell’attività deve essere svolta in territorio estero e bisogna rispettare i requisiti per lo spostamento della residenza fiscale.

I Paradisi Fiscali

Oltre alle già citate Bermuda, esistono veri e proprio Paradisi Fiscali dove vige una tassazione agevolata e molto lontana da quella applicata da alcuni Paesi europei. Gli stessi governi di quei Paesi applicano veri e propri pacchetti di migrazione dei capitali dedicati agli imprenditori disposti a far espatriare i propri fondi per pagare meno tasse. Non solo i governi offrono tali pacchetti. Anche le società di consulenza legale offrono vantaggi con pacchetti che spaziano dall’assistenza legale, alla garanzia di tassazione ridotta con relativa riservatezza.

I Paesi disposti a prendersi cura dei capitali esteri (trasferiti per comodo) sono nel mondo più di 40. Rimanere entro i confini comunitari, pagando le tasse fuori dal proprio Stato non è così impossibile come sembra, ma molto difficile. E’ possibile sfruttare i paradisi fiscali ma ciò potrebbe comportare uno sconfinamento nell’illegalità.

Tax Haven

La top ten dei Paradisi Fiscali nel mondo

Andorra: non ci sono tasse sul reddito personale e le aziende pagano il 10% sui profitti superiori ai 50 mila euro.

Antigua: si può beneficiare dell’esonero totale delle imposte sui redditi generati all’estero. Si può acquisire la nazionalità pagando 250 mila euro.

Barbuda: come Antigua i redditi delle persone fisiche non sono assoggettati a tassazione. Mentre per i redditi dei non residenti esiste l’aliquota forfettaria del 25%.

Bermuda: bassa tassazione e nessuna imposta sulle società. Nel Paese le banche garantiscono agli imprenditori il segreto bancario.

Dubai: nessuna imposta su redditi e persone fisiche. Niente Iva e nessun tipo di ritenuta. Pagano solo le grandi aziende petrolifere ed esistono imposizioni doganali.

Gibilterra: l’Iva non esiste, nessuna tassa su vendita di immobili e terreni. Solo i residenti sono tassati.

Isole Cayman: poca burocrazia e con circa 10 mila euro, è possibile aprire una società anonima. Nell’isola vige l’esenzione dalle imposte.

Irlanda: molte multinazionali come Google trasferiscono i propri utili in questo Paese che offre notevoli agevolazioni fiscali.

Isola di Man: offre assenza di imposte sui redditi di capitale, l’imposta di successione, l’imposta sulle società o le imposte di bollo.

Lussemburgo: Paese europeo che applica una legislazione favorevole per le imprese come Amazon, consentendogli di risparmiare miliardi e miliardi sulle tasse.

Malta: sistema fiscale vantaggioso e nessun problema con le Leggi. Le aliquote sulle società per i non residenti sono al 5%. Non esistono tasse di successione o patrimoniale

Mauritius: le società pagano solo un’aliquota attorno al 15% mentre aziende fiscalmente residenti possono usufruire di agevolazioni fiscali date attraverso convenzioni. Accoglie molti investimenti esteri e le plusvalenze e gli interessi non sono imponibili.

Principato di Monaco: zero tasse per i cittadini. Per le imprese le tasse sono molto basse.

Regno Unito: il residente non domiciliato ha l’esenzione fiscale sui redditi originati all’estero. Zero tasse sul patrimonio tenuto fuori dal Regno Unito (almeno per i primi 7 anni).

Svizzera: centro finanziario tra i primi al mondo, offre il segreto bancario e tasse bassissime.

Fabrizio Cannatelli

Autore e Founder di Informarea, sono un appassionato di informatica e tecnologia da sempre. La voglia di comunicare e di condividere sul Web le mie curiosità e le mie conoscenze, mi ha spinto a lanciarmi nel progetto di questo sito. Nato un po' per gioco e un po' per passione, oggi è diventato una grande realtà.

Fabrizio Cannatelli

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