La crisi greca: nascita ed evoluzione
Nel 2001 la Grecia ha adottato l’euro come moneta nazionale, mostrando una delle economie più in forma dell’eurozona. Il suo Prodotto Interno Lordo cresceva con punte anche del 6%, e le banche e i fondi privati prestavano denaro in grande quantità alla Grecia a tassi molto ridotti. Dal 2000 al 2007 le agenzie di rating davano al debito greco la valutazione “A”.
Nel 2008 la crisi finanziaria ha cambiato notevolmente le cose. L’economia greca basata sul turismo e sulla distribuzione ha subito dei notevoli cambiamenti nel breve termine ed ha messo in evidenza problemi che fino ad allora erano stati nascosti. Il debito pubblico cresciuto a dismisura è arrivato a 262 miliardi di euro.
Nel corso degli anni seguenti la situazione è andata sempre via via peggiorando, la Grecia avrebbe pagato milioni di dollari a Goldman Sachs e altre banche di investimento perchè queste mascherassero la quantità di denaro che richiedeva in prestito dai mercati. Lo scopo era quello di ricevere sempre più denaro in prestito per far fronte alla spese, ma alzando però in questo modo il deficit e il debito pubblico e soprattutto imbrogliando l’Europa per metterne a rischio tutta la struttura economica.
La Grecia ha truccato i suoi conti per rientrare nei parametri previsti dal Trattato di Maastricht e di conseguenza per entrare nell’euro. In realtà la Grecia era ed è povera, l’evidente falsificazione su cui Francia e Germania hanno chiuso un occhio era un modo per strumentalizzare l’ostilità della Grecia per tenere fuori dall’euro la Turchia.
Per un decennio lo stato greco ha ottenuto notevoli vantaggi per effetto dell’abbassamento dei tassi, sperperati in una folle spesa pubblica clientelare.
Conti truccati e spese abnormi: queste le caratteristiche di una catastrofe economica che sta mettendo in ginocchio un paese interno la cui massa popolare è, come sempre coinvolta e straziata da un enorme debito pubblico che ha finalmente smascherato la vera situazione economica del paese.
Ma vediamo alcune cifre:
- In Grecia su 4,2 milioni di lavoratori (poco più di un terzo della popolazione totale) ben 750 mila sono dipendenti dello Stato.
- Poi ci sono i 45 giardinieri assunti dall’ospedale Evagelismos, uno di più grossi e importanti di Atene, che spende per gli stessi attrezzi più degli ospedali del nord Europa e che è in passivo cronico.
- Poi ci sono le 40mila pensionate che ricevono mille euro al mese a vita solo per essere figlie nubili di funzionari statali deceduti.
- I sono 600 categorie professionali, di “professioni stancanti”, che vanno in pensione a 55 anni se sono uomini, a 50 se sono donne. Si parla di parrucchieri, musicisti di strumenti a fiato o presentatori televisivi.
- Poi ci sono gli Enti pubblici, persino peggiori di quelli italiani: Ne esiste uno che funziona ininterrottamente dall’inizio del secolo scorso, nato per sorvegliare le meraviglie del lago Kopais. Percepisce fior di euro dallo Stato ogni anno. Peccato che il lago Kopais si è seccato nel 1930.
- Un greco su quattro non paga un centesimo di tasse. Sono calcoli dello stesso ministero greco del Lavoro.
- La Grecia ha annunciato un aumento dell’età pensionabile media per gli uomini e le donne da 61 a 63 anni entro il 2015. In Germania, l’età minima per entrambi i sessi é di 65-67 anni.
Le elezioni di questo mese hanno confermato la voglia del popolo greco di rimanere in Europa e quindi con l’euro. I conservatori pro euro di Nea Dimokratia hanno ottenuto la maggioranza assoluta alle elezioni in Grecia insieme ai socialisti del Pasok, coi quali formeranno la coalizione di governo.
Cosi i leader dell’Eurozona: “Il popolo greco ha compiuto sforzi considerevoli e gli verrà dato sostegno nel processo di aggiustamento del bilancio”.
Il risultato del voto in Grecia fa, dunque, tirare un sospiro di sollievo ma Atene si trova a dover fronteggiare ancora qualche problema, a partire dalla situazione banche. E’ vero che le banche sono state ricapitalizzate con un fondo messo a loro disposizione ma i dati di bilancio dei primi tre mesi del 2012 sono ancora sconcertanti. Emerge, infatti, che tutte le banche hanno chiuso ancora in perdita. La più importante la National Bank of Greece ha chiuso con un rosso di 537 milioni, senza considerare la fuga di capitali dal Paese e la situazione drammatica del debito pubblico da risanare.
C’è inoltre l’emergenza farmacisti, che in attesa dei 600 milioni di crediti dallo stato greco, ne hanno bloccato l’erogazione gratuita, chiedendo il pagamento diretto, fatto che ha portato a un crollo delle vendite a cui le grandi multinazionali straniere stanno rispondendo con un rallentamento delle forniture.
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