Jimi Hendrix: vita, eccessi, Woodstock e il mistero della morte

Ad un anno dalla morte di Brian Jones dei Rolling Stones, muore anche Jimi Hendrix. Ancora oggi il mistero sulla morte dell’innovatore della chitarra elettrica è circondata da un alone di mistero. La leggenda lo ha iscritto nel destino della maledizione del club J27, di cui facevano parte anche Brian Jones, Janis Joplin e Jim Morrison, tutte star del rock morte misteriosamente a 27 anni.

James Marshall Hendrix nasce a Seattle il 27 novembre del 1942 da padre afroamericano e madre cheyenne. La sua infanzia non fu molto felice, il divorzio dei genitori, la morte della madre lo portano ad un periodo molto difficile: viene espulso dalla scuola e comincia un periodo di vagabondaggio guadagnandosi da vivere con gruppi di rhythm and blues e di rock’n’roll.

Indice

Jimi Hendrix l’innovatore della chitarra elettrica

Jimi Hendrix Little Wing

La sua prima chitarra, battezzata affettuosamente “Al” gli fu regalata all’età di 9 anni e lo avvicinò alla musica di Chuck Berry e Elmore James. Studiando come autodidatta, decide di dedicarsi completamente alla musica ma i suoi problemi con la legge lo portano obbligatoriamente a scegliere l’arruolamento nell’esercito per evitare il carcere.

Per due anni si impegna nell’esercito finchè un salto in paracadute gli procura la rottura della clavicola. Si dice anche che in quegli anni la rigidità dell’esercito e l’impossibilità di suonare spinse Jimi a dichiararsi omosessuale per abbandonare il servizio militare, questa versione fu però, poi smentita da Hendrix.

A ventuno anni Jimi si inserisce nel giro dei session-man, ossia di coloro che vengono pagati a cottimo per le loro prestazioni musicali.

Grazie alle sue doti straordinarie, nel giro di poco tempo diventa il chitarrista di personlità come Little Richard, Wilson Pickett, Tina Turner e King Curtis, alcune delle stelle del firmamento rock dell’epoca. Conosce Frank Zappa che si dice gli abbia insegnato la tecnica del wah-wah, effetto di chitarra nel quale avviene il taglio e il reinserimento delle frequenze alte.

Jimi Hendrix e la Fender Stratocaster

Chitarra elettrica Jimi Hendrix

Dopo aver cambiato tantissimi gruppi tra cui i “King Kasuals” con i quali suona nei locali del Tenesse e di Nashville e ricevuto alcuni premi come artista emergente, si specializza sempre più con la sua chitarra preferita, la Fender Stratocaster, ottenendo non solo un contratto per esibirsi regolarmente, ma anche una situazione più sicura da permettergli lo studio di una tecnica esecutiva dai vertici inavvicinabili sia per abilità che per creatività. Il suo modo di suonare coi denti, con la lingua, dietro la schiena e perfino dando fuoco alla sua Stratocaster lo eleggeranno uno dei maggiori innovatori nell’ambito della chitarra elettrica, capace di combinare distorsioni lancinanti con una vena blues attraverso le tecniche che vanno dal finger-picking al wahwah, dal plettro ai pedali, dal feedback all’effetto Larsen, dai controlli di tono ai distorsori.

Hendrix in quattro anni di carriera riesce a tirar fuori suoni mai ascoltati prima , con esperimenti di amplificazione oltre ogni limite, con esibizioni selvagge, energiche e dall’irresistibile carica sessuale.

The Jimi Hendrix Experience

Nel 1966 il manager degli Animals Chas Chandler scopre Jimi a New York e dicede di portarlo con sè a Londra per creargli una band chiamata significatamente “The Jimi Hendrix Experience” con il batterista Mitch Mitchell e il bassista Noel Redding.

 

Jimi Hendrix Experience

Nel dicembre del 1966 il primo singolo Hey Joe rimane nelle classifiche inglesi per dieci settimane, anticipando l’album “Are You Experienced?” una compilation psichedelica con canzoni immortali come “Purple Haze”, “The Wind Cries Mary”, “Foxy Lady”, “Fire” e “Are You Experienced?”.

Dopo una serie interminabile di concerti ed un enorme successo in Inghilterra, Jimi decide di fare il suo ritorno negli Stati Uniti partecipando al festival di Monterey International Pop Festival, conquistando letteralmente anche il pubblico americano attraverso l’esibizione di una versione demoniaca di “Wild thing” in cui dopo aver dato fuoco alla sua chitarra raccoglie un’ovazione interminabile.

L’America è conquistata, così nel 1968 Jimi decide di registrare il suo terzo album “Electric Layland” un capolavoro della storia del rock. Le sedute di registrazioni interminabili, la continua ricerca della perfezione di Jimi, le pressioni del movimento nero delle “Black Panther”, a cui Hendrix aveva aderito, e che disdegnava l’appartenenza di Hendrix ad un trio composto da bianchi, snervano il gruppo tanto che nel 1969 l’Experience si scioglie.

Jimi comincia a sperimentare qualsiasi tipo di droga perdendo il contatto con il mondo reale, distrugge la sua camera d’hotel in Norvegia, si fa fermare dalle dogane canadesi in possesso d’eroina e inizia il suo declino fisico e morale.

Jimi Hendrix e Woodstock

Jimi Hendrix Woodstock

Nel 1969 trionfa a Woodstock, infiamma l’esibizione dando fuoco alla sua Fender Stratocaster, imita il suono di spari e bombardamenti, dà una versione delirante dell’inno americano e ricorda a tutti che la tragica guerra del Vietnam è ancora in corso esprimendo a suo modo una cointestazione legata a quella del tempo.

Qualche mese dopo Jimi fonda con Billy Cox e Buddy Miles i “Band of Gypsys” dando vita ad una serie di concerti stellari; qualche anno dopo rimette in piedi la “Jimi Hendrix Experience” e inaugura un nuovo LP intitolato “First Rays of the New Rising Sun“, ma a 28 anni compiuti, prima ancora di vederlo pubblicato, Jimi muore per una overdose di barbiturici, soffocato dal proprio vomito in una stanza del Samarkand Hotel di Londra.

Il mistero della morte di Jimi Hendrix

La sua morte a oltre 30 anni di distanza resta un mistero. Come nella vita anche dopo la morte il chitarrista nero è stato manipolato da impresari senza scrupoli, Hendrix è stato sicuramente uno degli artisti più sfruttati dall’industria discografica che ancora oggi non esita a pubblicare tutto ciò che egli aveva suonato.

Jimi Hendrix morte

I misteri sulla sua morte sono legati non solo al fatto che nei polmoni di Jimi Hendrix ci fossero tracce di vino rosso e già la cosa era abbastanza anormale, ma anche al fatto che secondo molti ad uccidere Jimi fu il suo agente Mike Jeffrey che dopo aver stipulato un’assicurazione da 2 milioni di dollari sulla vita di Jimi, per paura di essere sostituito da un altro Manager, avrebbe assoldato una gang che avrebbe forzato Hendrix a trangugiare del vino rosso e delle pillole soporifere, ipotesi testimoniata dal tecnico del suono del re del Rock, James Wright.

Nessuno sa come si sarebbe evoluta la carriera di Hendrix, ma una cosa è certa, Hendrix è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi precursore di molte strutture e del sound attraverso un’inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.

Gli ultimi giorni di Jimi Hendrix

Leggi anche: Addio a Joe Cocker: conquistò Woodstock

Jimi Hendrix nel 1968 con Foxy Lady

Per chi vuole cimentarsi con la sua musica ecco le partiture di Hey Joe e Little Wing:

Jimi Hendrix – Hey Joe.pdf (929.62 kb)

Little Wing by Jimi Hendrix.pdf (71.39 kb)

Fabrizio Cannatelli

Autore e Founder di Informarea, sono un appassionato di informatica e tecnologia da sempre. La voglia di comunicare e di condividere sul Web le mie curiosità e le mie conoscenze, mi ha spinto a lanciarmi nel progetto di questo sito. Nato un po' per gioco e un po' per passione, oggi è diventato una grande realtà.

Fabrizio Cannatelli

Approfondimenti