Ivan Lendl e la sua perfezione maniacale
Ivan Lendl nasce ad Ostrava (Ex Cecoslovacchia) il 7 marzo 1960, di famiglia borghese proveniente da buoni studi. Ivan poteva considerarsi un atleta di nuova generazione infatti aveva capito prima di molti suoi avversari quali strumenti si celassero nella medicina sportiva, le tecniche d’allenamento e l’educazione alimentare. Non appena ebbe sufficienti denari, Ivan si costruì una palestra e due campi in casa. E, per non logorare un’anca e un ginocchio gloriosamente feriti, fu tra i primi ad allenarsi in bicicletta, che spesso cavalcava per oltre due ore al giorno.
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Ivan Lendl e la sua perfezione maniacale
Un autentico maniaco dell’allenamento e ciò avrebbe condotto Lendl a dimenticare la vita privata, la sua, e forse anche quella di una moglie incantevole e delle sue quattro figlie.
Ma la mania più grande fu quella di voler vincere Wimbledon. Per strappare anche quella corona dello Slam, la più gloriosa, Ivan cambiò tecnica, ingaggiò uno specialista quale Tony Roche, arrivò addirittura, nel 1990 a saltare un Roland Garros (che per i più avrebbe vinto facile) per dedicarsi all’erba anima e cuore. Ma anche in quell’edizione, come nelle due finali dell’86 e dell’87, Ivan non riuscì ad aver ragione di un autentico giardiniere, nella fattispecie Edberg.
Ma questa sua mania per l’allenamento è dovuta ad una madre autoritaria e perfezionista, Ivan racconta sempre una storia di quando bambino nella casa di Ostrava, sua madre Olga Lendlova metteva un cronometro sul tavolo e diceva al suo unico figlio Ivan: “o mangi le verdure che ho preparato entro 10 minuti, o chiamo lo zoo e ti faccio venire a prendere dall’elefante“. Fin da piccolo Ivan doveva pianificare bene la giornata, perché così vuole sua madre:”Se sei disorganizzato non avrai tempo per fare tutte le cose che devi fare nel corso della giornata: compiti, riordino delle tue cose e dei tuoi vestiti, allenamenti, ritorno a casa, studio, andare a coricarsi all’ora giusta, cioè presto“. Questa era la frase ricorrente di sua madre.
Altra sua caratteristica è il fiuto per gli affari, emblematico un episodio: un giorno sapendo che Ivan era collezionista di Alphonse Mucha, un cronista gli fece notare che poteva visitare un Museo che esponeva il suo artista prediletto, ma Lendl rispose: “Non mi interessa. Colleziono soltanto per investimento“.
Il suo Palmares
94 tornei vinti, a cui vanno aggiunti 50 tornei di singolare fuori dal circuito ATP e 6 titoli di doppio questi sono i numero di Ivan Lendl.
Vincitore di otto titoli del Grande Slam e quattro volte Campione del Mondo ITF, Ivan Lendl ha dominato la classifica ATP in un’epoca in cui i grandi campioni imperversavano, rimanendo costantemente ai vertici per tutti gli anni ottanta pur avendo come avversari campioni quali Borg, Connors e McEnroe, e poi Wilander, Becker e Edberg. Dopo aver sconfitto McEnroe nella finale degli US Open nel 1985, occupò la prima posizione nel ranking mondiale per 5 anni quasi consecutivi (con una breve pausa dal settembre 1988 al gennaio 1989, quando fu spodestato da Wilander) e, a fine carriera, risulterà il giocatore rimasto al n. 1 del mondo per il maggior numero di settimane (270).
Episodi e aneddoti caratteristici della vita di Ivan Lendl
Nel 1974: Ivan a quattordici anni batte per la prima volta in una partita di tennis sua madre anche lei ex tennista;
1980, Las Vegas: Lendl gioca un match contro Harold Salomon; Fibak il suo allenatore gli ordina di giocare solo rovesci coperti in top spin. Perde 6-1 6-1, esce dal campo piangendo. Nello stesso anno un caparbio Lendel, passa l’estate a Greenwich colpendo rovesci liftati in top spin. Nell’Us Open dello stesso anno incontra di nuovo Harold Salomon , e questa volta il risultato è 6-1 6-0 6-0 in suo favore.
Roland Garros 1981: dopo aver battuto Josè Luis Clerc in 5 set, durante il massaggio negli spogliatoi Lendl scherza con Fibak :adesso che è finalista in un Grand Slam, potrà fregarsene del servizio militare in Cecoslovacchia
Us Open 1983: Lendl perde la sua seconda finale consecutiva con Connors a Flushing Meadows, è paralizzato fisicamente e mentalmente, esce in preda a forti crampi allo stomaco.
Parigi, 10 giugno 1984: dopo 4 ore e 8 minuti, Ivan Lendl batte John McEnroe e vince il suo primo titolo del Grande Slam. Pochi minuti dopo, a bordo campo, beve bevande ghiacciate che gli provocano una nausea terribile. Negli spogliatoi stenta a riconoscere le persone.
Estate 1984: Inizia la sua mania per la dieta , Lendl si rivolge la dietologo Robert Haas; seguirà rigidamente il suo programma e la sua dieta, l’anno successivo 1985 Lendl si rivolge a Alexis Castori, una giovane psicologa.
1992, luglio: Ivan Lendl è cittadino americano.
1994, primi di settembre: sul centrale di allora degli Us Open, l’Armostorng di Flushing Meadows, Ivan Lendl sta perdendo 6-4 7-6 1-0 contro il tedesco Karbacher. I problemi alla schiena, che lo tormentano da più di due anni, sono sempre più gravi. Annuncia al giudice di sedia ed all’avversario che si ritira. E’ il suo ultimo match ufficiale. Non vedremo mai più Ivan Lendl su un campo da tennis per 16 anni.
2012, gennaio: Ivan Lendl è il nuovo allenatore del numero 4 del mondo, lo scozzese Andy Murray.
Ma il ricordo scolpito in tutti gli appassionati di tennis è tutto il rito di Lendl prima del servizio: Ivan batte la racchetta sulle scarpe, si strappa le ciglia, tira fuori la segatura dalla tasca.
1986 – Lendl vince contro Boris Becker per 3 giochi a 2 (6/7 6/2 6/7 6/3 6/4) negli US Open (vincerà poi la finale contro Miloslav Mečíř, 6–4, 6–2, 6–0)