Italia: tira davvero una “brutta aria”
Solo in Italia, le morti premature causate dall’inquinamento atmosferico ammontano ogni anno a 84.400. Sono i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente a confermarlo, secondo il rapporto ‘Qualità dell’aria in Europa, relazione 2015’, che analizza gli effetti dell’esposizione agli inquinanti atmosferici fornendo un’istantanea sulla qualità dell’aria a partire dai dati raccolti nelle stazioni di monitoraggio sparse in tutta Europa.
Si tratta del numero più alto tra i paesi dell’Europa a 28, e l’area più colpita all’interno dei confini nostrani è quella della Pianura Padana. Secondo i calcoli compiuti dall’associazione Cittadini per l’Aria, l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole.
Dopo l’Italia, nella nefasta classifica delle ‘vittime da inquinamento’, seguono la Germania (72mila morti) e la Francia (oltre 58mila), per un totale che a livello continentale raggiunge l’impressionante cifra di 432 mila decessi.
Le concentrazioni di particolato (pm10 e pm2,5), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) restano, nelle città del vecchio continente, ben al di sopra delle soglie di sicurezza stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e nelle parole di Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, “Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita”, con pesanti ricadute anche dal punto di vista economico, considerando i costi sanitari e la conseguente diminuzione della produttività.
Sul banco degli imputati è, come sempre, il settore dei trasporti, responsabile da solo del 46% delle emissioni di ossido d’azoto. Il ritardo nell’adeguamento del parco veicoli a standard più moderni e meno aggressivi verso l’ambiente rappresenta dunque una priorità; come è lecito supporre, infatti, in mancanza di uno sforzo concreto dei governi e della collettività per accelerare la diffusione di veicoli meno inquinanti, lo scenario più probabile è quello di dover ricorrere sempre più frequentemente a severe limitazioni della circolazione per le auto private, soprattutto in concomitanza con i periodi cruciali, come si è puntualmente verificato nelle settimane che hanno preceduto lo scorso Natale. Anche per questo, è da valutare l’opzione di liberarsi al più presto della propria vetusta quattroruote, magari approfittando delle piattaforme online per la vendita che, tra i vari servizi prestati, includono la rottamazione gratuita, realizzata nel rigoroso rispetto dei termini di legge.
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