Il caso Pantani: nuovi colpi di scena
Cinque nuovi testimoni per il caso più scottante dell’estate: il mistero sulla morte del ciclista Marco Pantani.
Il “Pirata”, così chiamato dai suoi tifosi, per quella bandana e il pizzetto che lo rendevano unico e , è morto il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini “Le Rose” nell’appartamento bilocale “D5” in circostanze ancora oggi avvolte nel mistero.
Indice
Il caso Pantani: nuovi colpi di scena
A quanto pare la scientifica e le forze dell’ordine dovranno cercare di ricostruire cosa successe quel fatidico 14 febbraio di 10 anni fa dalle ore 10.30 fino alle 21.00.
L’impresa non sarà facile in quanto la struttura alberghiera è stata completamente modificata e l’unica testimonianza di un imprenditore di Rimini, rilasciata alle forze dell’ordine in quel periodo, è oramai vecchia e dubbia.
Le ipotesi, secondo il legale e i familiari, è che Pantani sia stato ucciso per errore, chi lo ha picchiato lo ha fatto per fargli pagare uno “sgarro” e non per ammazzarlo.
Cosa accadde il 14 febbraio 2004
L’unica certezza, invece, è data dalla testimonianza di una ragazza che quella mattina si trovava in servizio nella portineria del residence. La ragazza ha sempre affermato di aver ricevuto, nella mattinata, una chiamata da Marco Pantani dalla stanza D5 per chiederle di intervenire per rumori e persone che lo infastidivano. La ragazza sale ma non sente nulla e decide di ricontattare il Pirata che sempre più turbato le chiede di chiamare i carabinieri.
Da quel momento in poi non accadrà più nulla. La ragazza lascia il turno ad un collega chiedendogli verificare cosa accade nella stanza di Pantani. Dopo aver bussato diverse volte, l’uomo riesce ad entrare solo in serata (non prima di avvertire il proprietario del residence) e trova il corpo di Pantani alle 20.45.
Perché nessuno del residence si è rivolto alle forze dell’ordine su richiesta di Pantani?
Pantani in quel momento era probabilmente in una crisi di astinenza molto violenta, come mai nessuno ha sentito nulla?
La prima testimonianza e i tabulati telefonici
Un mistero è legato ad una telefonata partita dal residence “Le Rose” di 40 secondi ricevuta da un imprenditore di Rimini che poco prima delle 21 si trovava a cena con l’ex amante di Pantani, Elena Korovina. L’imprenditore dirà che la persona alla cornetta gli chiese se era lui Pantani e poi avrebbe riagganciato.
Altri elementi sono nei tabulati telefonici: gli spacciatori di Pantani subito dopo la sua morte fecero una serie di telefonate che tutt’oggi sono al vaglio degli inquirenti. Da quell’indagine due spacciatori Fabio Miradossa e Ciro Veneruso patteggiarono e confessarono di aver portato i 20 grammi di cocaina a Pantani la sera del 9 febbraio, ma colui che avrebbe collaborato alla fornitura della droga e che fu poi prosciolto in Cassazione, fu il titolare di un’agenzia di ragazze immagine, un certo Fabio Carlino.
Il legale Antonio De Rensis fa riaprire il caso
Insomma le carte in tavola per il legale della famiglia Pantani, Antonio De Rensis, sono molte e tutte da scoprire. La riapertura dell’indagine sulla morte del Pirata segna già una grande vittoria per tutti coloro che gli erano vicini. La strada è e sarà ancora lunga, in quanto si parla di imputazione di omicidio volontario e non sarà facile da dimostrare.
Il legale dovrà riuscire a dare prova che quel giorno qualcuno entrò in quella stanza prima delle 20.30 (orario in cui Pantani sarebbe stato ucciso). A dare valore al suo esposto è il professore Francesco Maria Avato, colui che ha rieseguito la perizia medico legale basandosi sull’autopsia e sull’analisi di foto e video delle indagini, e giungendo a conclusioni differenti rispetto alla prima perizia e all’autopsia effettuata quasi 48 ore dopo il ritrovamento del cadavere di Pantani.
Il video della scientifica, i minuti mancanti e la cocaina assunta
Secondo le indagini di quegli anni, infatti, l’ultima persona a vedere vivo il Pirata, fu il ristoratore Oliver Laghi che la sera prima gli portò omelette al prosciutto e formaggio. Ma in un video girato dalla scientifica nella stanza del Pirata, il giorno della morte, dalle ore 22,45 fino all’1.01 del 15 febbraio, emergono particolari che contrastano con le indagini e con l’inchiesta svoltasi in quegli anni e che avvalorava la tesi del suicidio.
Innanzitutto il video termina prima della fine dell’ispezione, il timer fissa la durata in due ore e 56 minuti ma le riprese sono di soli 51 minuti, mancherebbero quindi all’appello molti minuti e, come denuncia anche il legale della famiglia Pantani, le rilevazioni di impronte digitali durante il sopralluogo.
Ma ancora, l’elemento più inquietante non è solo la confusione presente in quella stanza (mobili spostati e rotti, filo dell’antenna tv legato come un cappio e pendente da un soppalco) ma le svariate dosi di cocaina. Lo stesso medico-legale, nella nuova perizia, ha affermato che Marco Pantani prima di morire avrebbe assunto cocaina in quantità sei volte maggiore di quanto un essere umano poteva sopportare.
Proprio questo accredita l’ipotesi che il corridore sia stato costretto con la forza a bere cocaina sciolta nell’acqua.
Il cibo ingerito e le lesioni sul corpo
Altre versioni ufficiali è sul cibo ingerito da Pantani. Dopo l’omelette di Laghi, Pantani avrebbe fatto colazione la mattina seguente (il giorno della morte). A quanto pare, però, nessun dipendente del residence ha mai visto uscire il Campione dalla sua stanza. Il legale della famiglia, ha scoperto però che fino alle ore 21 era possibile in quel periodo, entrare nelle stanze passando dal Garage.
Questa soluzione potrebbe confermare l’ipotesi che Pantani potrebbe aver ricevuto nella sua stanza gli assassini. Anche perché la presenza della carta di un cornetto Algida (il frigobar era assente) e di tre giubbotti pesanti (Pantani era arrivato con una piccola sportina) confermerebbero questa tesi.
Da non trascurare le lesioni ed ecchimosi trovate sul corpo che, secondo la relazione medico-legale, sono compatibili con il trascinamento e spostamento del corpo dopo il decesso.
L’assassino, dopo essere entrato nell’ingresso secondario del residence, avrebbe bussato alla porta di Pantani e irrompendo nella stanza, dopo la reazione del corridore, lo avrebbe immobilizzato costringendolo a bere un bicchiere d’acqua in cui aveva sciolto della cocaina, uccidendolo e facendo passare il tutto per suicidio, in un piano diabolico e perfetto.
Insomma un caso che con nuovi testimoni potrebbe finalmente avere un epilogo e svelare il vero mistero che si cela dietro questa brutta vicenda. Quel che è certo è che non mancheranno futuri colpi di scena.