Grease: un mito che dura da oltre 30 anni
Sono passati più di 33 anni da quando Grease ottenne un grande successo di pubblico, ma ancora oggi resta un film intramontabile al punto tale che è stato riproposto nelle sale nel 2011 con una versione totalmente restaurata e digitalizzata dal titolo “Grease-sing-a-long”, con i sottotitoli dei testi delle canzoni che possono così essere cantate dagli spettatori in sala in una sorta di karaoke cinematografico.
Grease: un mito che dura da oltre 30 anni
Durante le vacanze scolastiche Danny stringe una tenera amicizia con Sandy, una ragazza australiana. Finisce l’estate e le loro strade si dividono. Ma, inaspettatamente, i due si ritrovano al college, dato che lei ha deciso di trasferirsi iscriversi alla Rydell School. Ma per non perdere la sua fama di duro agli occhi del gruppo, quando la incontra finge indifferenza, atteggiamento che causa dolore e rabbia in Sandy. I due poco dopo riprendono la loro storia, ma sempre disturbata dalla presenza degli amici. Dopo una gara di ballo che Danny vince in coppia con un’altra ragazza, ed una gara automobilistica tra bande, i due si mettono finalmente insieme alla festa di fine anno.
La forza di Grease non sta tanto nell’essere un grande musical, quanto nella chimica che lo attraversa e lo rende unico; il lieto fine è assicurato e i ‘favolosi Fifties’ vengono rappresentati come un tempo in cui i pensieri ‘seri’ erano ancora di là da venire. Ci sono film destinati a rimanere nell’immaginario collettivo fissandosi come icone che resistono al di là dello scorrere del tempo. Non è necessario che siano capolavori: basta che funzionino. Grease è uno di questi.
Correva l’anno 1978 e John Travolta usciva dal successo planetario di La febbre del sabato sera. Grease costituì la conferma di una nuova star proveniente dal pianeta Hollywood, mettendo in luce il suo talento di interprete ironico, e confermandolo come superstar della danza. Anche la fama di Olivia Newton-John crebbe notevolmente dopo questa interpretazione. Il film inoltre ricevette cinque nomination al Golden Globe nel 1979.
Il film-musical non era una novità assoluta in quanto derivazione (con gli opportuni cambiamenti) dello show teatrale che già aveva ottenuto un buon successo sul palcoscenico: la sua genesi risale al 1971, quando una coppia di attori disoccupati, Jim Jacobs e Warren Casey, decisero di concretizzare una loro idea di musical ispirata ai loro anni universitari. Lo chiamarono Grease volendo evocare lo stile degli ultimi anni ’50: capelli tirati indietro con la brillantina (in inglese “grease” appunto) e fast food come punti di ritrovo per i giovani, ragazzi spensierati e rock’n’roll. Il musical sbarcò ben presto a Broadway, con il seguito di clamorosi successi che proseguono ancora oggi.
La colonna sonora del film rimase per settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi. In Gran Bretagna i duetti You’re The One That I Want e Summer Nights arrivarono entrambi in vetta alle classifiche, e ancora nel 2002 appaiono rispettivamente all’ottavo e al ventunesimo posto della classifica ufficiale di vendite di singoli di tutti i tempi. La canzone Hopelessly Devoted to You ha ricevuto una nomination al premio Oscar per la migliore canzone originale nel 1979.
Il film è stato campione di incassi negli Stati Uniti nel 1978, ed è stato riproposto nelle sale nel 1998, in occasione del ventesimo anniversario. Nel 1982 fu prodotto un sequel (Grease 2, con un cast differente) che ha avuto scarso successo.
Alcune curiosità sul film:
- Olivia Newton-John, sebbene fosse una nota cantante già prima di fare Grease, era terrorizzata dall’idea di recitare da protagonista in un film musicale; Travolta, con più esperienza ed anch’egli cantante, fu molto disponibile ad aiutarla, e si dice che a volte, quando Olivia commetteva un errore durante le riprese, si accollasse lui la colpa.
- Grease è riuscito a rendere credibili come adolescenti degli attori decisamente più vecchi: John Travolta aveva 23 anni al tempo delle riprese, la Newton-John 28 e Stockard Channing 33.
- Inizialmente la parte di John Travolta fu proposta ad Henry Winkler, il mitico “Fonzie” di Happy Days: “Mi hanno chiesto se volevo quella parte” dice Winkler “ma non mi interessava perché mi avrebbe caratterizzato troppo come il bulletto dei teen movies.Quello che allora non sono riuscito a capire è stato quanto successo avrebbe avuto quel film e quanto, di riflesso, avrei potuto averne io”. Ora per lui resta questo grande rimpianto, di aver rifiutato una parte al cinema che gli avrebbe di certo cambiato la vita.
- Per il ruolo di Danny si pensò anche a Patrick Swayze, che però, a causa dei suoi problemi fisici, non diede la disponibilità.
- John Travolta nel 1972, ancora diciassettenne, recitò nel musical teatrale con il ruolo di Doody, il ragazzo che idolatra Danny; poiché era minorenne, per adempiere agli obblighi sull’occupazione i produttori furono costretti a scritturare anche la sorella di Travolta, che nello spettacolo era parte del coro.
E ora riviviamo le atmosfere del film con 2 scene cult: nella prima sia Danny sia Sandy rendono partecipi i rispettivi amici della loro storia:
Nella seconda, alla festa di fine anno, una nuova Sandy sbalordisce Danny con la sua nuova grinta: