Fecondazione eterologa in Italia: via libera
La fecondazione eterologa si differenzia da quella omologa in quanto per la procreazione si utilizza il seme o l’ovulo proveniente da un donatore esterno alla coppia.
Fino a poco tempo fa in Italia era assolutamente vietato ricorrere alla fecondazione eterologa, come previsto dalla Legge 40 del 2004, ma a giugno una sentenza della Corte Costituzionale ha fatto cadere tale divieto, dichiarandolo incostituzionale nei casi di infertilità assoluta, creando però un vuoto normativo sull’argomento.
A settembre possiamo dire che sono stati fatti numerosi progressi, e molte coppie non dovranno più recarsi all’estero, in particolar modo nelle cliniche private spagnole altamente specializzate, per realizzare il loro desiderio di diventare genitori (nel 2010 le coppie italiane che si recavano all’estero per “turismo procreativo” erano le prime in Europa, il 31% del totale, e addirittura il 63% delle coppie che in Spagna ricorre alla fecondazione eterologa è rappresentato da coppie italiane).
La Conferenza delle Regioni ha infatti approvato all’unanimità il documento tecnico che stabilisce le linee guida per la fecondazione eterologa in Italia, mettendo da parte le questioni etiche e incentrando la questione soprattutto sulla salute, chiarendo inoltre due elementi fondamentali della questione: l’anonimato dei donatori e la garanzia sulla somiglianza “delle principali caratteristiche fenotipiche del donatore e della coppia ricevente” (non si tratta di razzismo o di scelte “a tavolino”, ma solo di evitare un inevitabile disagio futuro per un figlio palesemente non somigliante ai genitori e quindi “additato” come figlio in provetta).
Oltre alle linee guida saranno fondamentali delle regole sanitarie e “tecniche” per fare in modo che la fecondazione avvenga rispettando standard di sicurezza altissimi.
Secondo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin servirà comunque anche una legge parlamentare, per inserire la fecondazione eterologa nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), ma intanto possiamo dire che con le linee guida un grande passo avanti è stato fatto, per tutte quelle coppie la cui speranza fino ad ora risiedeva esclusivamente nella possibilità di andare all’estero.
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