Fatalità o complotto? Ecco come è morta Lady Diana

Il 31 agosto 1997 muore a Parigi, nel tunnel dell’Alma, in un incidente stradale la principessa Lady Diana. Insieme a lei persero la vita il fidanzato Dodi Fayed, figlio del miliardario dei magazzini Harrods, e l’autista Henry Paul.

Fatalità o complotto? Ecco come è morta Lady Diana

Lady Diana

La principessa era a bordo di un auto guidata da Henri Paul che, per sfuggire a  un gruppo di paparazzi, avrebbe urtato, con una Mercedes S280, il tredicesimo pilone del tunnel. Finora le inchieste che hanno ricostruito l’accaduto sono state tre:

La prima indagine è stata avviata dalla polizia francese, la seconda da Scotland Yard e la terza dai magistrati inglesi e tutte hanno portato allo stesso risultato finale: l’incidente è avvenuto per l’elevata velocità e l’elevato tasso alcolico di Henri Paul. Il complotto, avallato anche da Mohamed Al Fayed, che voleva Lady Diana e Dodi uccisi dalla casa reale britannica, è stato smentito.

Henri Paul prima dell'impatto     La mercedes S280 contro il pilastro

Mohamed Al Fayed, il padre di Dodi, ha sempre alimentato il sospetto che ad uccidere suo figlio e la Principessa fossero stati i Winsor, questo perchè, a suo parere, i Reali erano contrari ad un eventuale matrimonio di Diana, divorziata dal 1996, con un uomo di religione musulmana in più avevano scoperto che era incinta. Inoltre Al Fayed scoprì, anche, che la notte tra il 30 ed il 31 agosto una misteriosa Fiat Uno, mai ritrovata, avrebbe ostacolato l’autovettura in cui viaggiava la principessa ostacolandone la fuga dai fotografi; costretto a sterzare Paul avrebbe urtato leggermente la Fiat, schiantandosi, successivamente, contro un pilastro.

Dodi e Diana

Le autopsie effettuate sui corpi da parte delle autorità francesi rilevarono, però, che Henri Paul aveva un tasso alcolico molto alto e che Diana non era incinta. Al Fayed non ha mai creduto a queste analisi e ha sempre accusato i servizi segreti britannici, sotto la guida dei Reali, di aver inquinato le prove e di aver occultato l’effettivo svolgimento dei fatti.

A sostegno della tesi di Al Fayed ci fu la confessione dell’ex maggiordomo di Lady Diana che dichiarò di aver ricevuto una missiva da parte della Principessa in cui rivelava l’intento del marito di volerla uccidere con la sua automobile manomettendo i freni.

Mohamed Al Fayed

Nuove indagini diedero, alla fine, la colpa al solo autista Henry Paul, peraltro morto sul colpo e rilevarono la fatalità con cui avvenne l’incidente: Lady Diana avrebbe potuto salvarsi se avesse messo la cintura di sicurezza, cosa che fece solo la guardia del corpo, Trevor Rees-Jones, che si salvò proprio grazie al dispositivo di protezione. Inoltre le causalità dell’impatto, l’angolazione e la disposizione del tredicesimo pilone rese veramente difficile pensare ad un sabotaggio o ad un ordita della casa Reale.

L’annuncio della morte di Lady Diana venne dato alle 5:30 all’ospedale de la Pitié-Salpêtrière, e la reazione emotiva del mondo è stata fortissima.

I funerali della principessa del Galles furono celebrati nell’Abbazia di Westminster e durante la cerimonia Elton John cantò Candle in the Wind 1997 , Diana venne poi, tumulata ad Althorp in Northamptonshire su un’isola in mezzo al lago dal nome Round Oval.

Ancora oggi il mito della Principessa Triste è vivo e soprattutto si continua a parlare di complotto e di prove censurate secondo le quali:

  • Henry Paul secondo testimoni non era ubriaco.
  • Diana fu imbalsamata con molta fretta, forse per eliminare eventuali tracce di gravidanza?.
  • Secondo alcune fonti i servizi segreti britannici in quel periodo erano a Parigi.
  • I flash dei fotografi avrebbero veramente abbagliato l’autista? e la famosa Fiat Uno?.
  • Secondo lo scrittore australiano John Morgan, che ha scritto un libro sulle inchieste dell’incidente, i campioni di sangue prelevati dal corpo dell’autista per confermarne l’eccessivo tasso alcolico sarebbero stati, in realtà, presi da un altro cadavere.
  • La Principessa non avrebbe dovuto morire ma solo essere spaventata con l’intento di lasciare Dodi in quanto di religione mussulmana.
  • La Principessa rappresentava un pericolo per il governo britannico in quanto stava per denunciare pubblicamente la vendita di armi da parte della Gran Bretagna ai paesi che non rispettavano i diritti umani.

E le testimonianze dei fotografi?

Un certo Romuald Rat che seguiva passo passo la coppia arrivò per primo sul luogo dell’incidente: “Apro la porta posteriore destra. Vedo Dodi Al Fayed scomposto sul sedile, sdraiato di fronte a me, con gli occhi semichiusi. Vedo un tappetino dell’auto sulla principessa Diana. Lo scosto per vedere se sia ancora viva e la sistemo sul basso ventre di Al Fayed che ha il sesso all’aria. Mancano pochi minuti alla mezzanotte e mezza del 31 agosto 1997.”

Jean-Michel Caradec’h un altro fotografo entrato in possesso delle 4000 pagine del dossier raccontò gli ultimi istanti di vita della Principessa:

«L’inventario degli oggetti della principessa, tra cui un braccialetto rotto e un orecchino infilato nella plancia della Mercedes. E il tremendo schema dell’autopsia, da cui risulta che la povera Diana morì dissanguata, con il petto sfondato dall’urto, la vena polmonare e il pericardio spaccati anche per effetto della brusca decelerazione che portò l’auto dai 100 chilometri all’ora a zero».

Tormentata e infelice, Diana fu per anni la protagonista del jet-set, alimentando le cronache rosa con glamour e pettegolezzi. Il culto della sua figura è ancora oggi simbolo di eleganza e fascino.

Fabrizio Cannatelli

Autore e Founder di Informarea, sono un appassionato di informatica e tecnologia da sempre. La voglia di comunicare e di condividere sul Web le mie curiosità e le mie conoscenze, mi ha spinto a lanciarmi nel progetto di questo sito. Nato un po' per gioco e un po' per passione, oggi è diventato una grande realtà.

Fabrizio Cannatelli

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