Di padre in figlio: la dinastia Maldini da Cesare a Paolo – seconda parte
Paolo Maldini nasce a Milano il 26 giugno del 1968; figlio d’arte, supera ben presto la grandezza del padre in virtù di una classe innata che lo porta ad essere annoverato tra i più forti difensori di sempre su scala mondiale. Cresciuto in rossonero, veste per tutta la carriera, lunghissima, soltanto la maglia del Milan, vincendo trofei, nazionali ed internazionali, a livello industriale: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League (con il record di 8 finali giocate, a pari merito con Francisco Gento), 5 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA, raccontano da soli, senza bisogno di troppe parole, quanto l’eclettico difensore lombardo ha saputo fare; il tutto mostrando sempre una correttezza ed eleganza che lo hanno contraddistinto fuori e dentro il rettangolo verde.
Strepitosa anche la carriera azzurra, alla quale manca però l’alloro più ambito, che lo ha visto protagonista per ben 126 volte delle quali 74 con al braccio la fascia di capitano (in entrambi i casi si trattò di record assoluti superati soltanto qualche anno dopo da Fabio Cannavaro).
Di padre in figlio: la dinastia Maldini da Cesare a Paolo
Destro naturale ma in grado di calciare con entrambi i piedi, Maldini ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro e poi di difensore centrale. Stilisticamente perfetto, Paolo era un difensore di estrema efficacia: abile sui palloni alti, implacabile nei contrasti, veloce e dotato di gran senso tattico che gli consentiva di guidare il reparto e di inserirsi in attacco con estrema pericolosità e grande tempismo.
Il primo tecnico a dargli fiducia è Nils Liedholm che nel 1985, appena sedicenne, lo convoca in prima squadra e complice l’infortunio di Battistini lo getta nella mischia ottenendone subito un’ottima prestazione. Arrivato in rossonero nel 1978, Paolo Maldini ha già fatto tutta la trafila con la maglia che fu di suo padre e preconizzargli un grande futuro non risulta certo cosa difficile. Nella stagione successiva a quella d’esordio il “Barone” gli affida la corsia sinistra della difesa milanista e Paolo mostra tutte le sue innate ed importantissime qualità.
Con l’arrivo alla presidenza di Silvio Berlusconi ed in panchina di Arrigo Sacchi e Fabio Capello, il Milan apre una nuova era per il club e per tutto il calcio italiano e Maldini, al pari dei connazionali Baresi, Tassotti e Donadoni e dei formidabili olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard, ne è uno dei simboli più acclamati e rappresentativi, pur essendo il più giovane fra tutti.
Tra il 1987 ed il 1990, con il mago di Fusignano in panca, lo squadrone rossonero fa incetta di trofei conquistando lo scudetto, 1 Supercoppa italiana, 2 Coppe dei Campioni, 1 Supercoppa europea ed una Coppa Intercontinentale. Arriva poi la serataccia di Marsiglia, nel 1991, con Galliani che, oltre alle luci, spegne anche un’epoca d’oro, destinata però a riaprirsi subito dopo con l’avvento di Capello.
L’ex centrocampista e poi dirigente, prende il timone del Milan e con mano sicura lo conduce ad altri trionfi: nel 1991-1992 arriva subito lo scudetto (il primo di tre consecutivi) e poi di seguito due Supercoppe italiane; in Coppa dei Campioni arriva prima una finale persa (contro il “solito” Marsiglia) e poi il trionfo di Atene, quando Maldini, schierato centrale per l’assenza di Baresi e Costacurta, è protagonista assoluto nel 4-0 con il quale i rossoneri sbranano il Barcellona, toccando forse l’apice della loro grandezza. Paolo a fine stagione è considerato “giocatore dell’anno” dalla rivista World Soccer e si classifica terzo nel Pallone d’oro!
Dopo altre importanti vittorie (Supercoppa italiana nel 1994-95, Scudetto nel 1995-96) e un’altra finale persa (1-0 dall’Ajax, il 24 maggio 1995), il Milan entra in crisi attraversando anni difficili legati al ricambio generazionale di alcuni suoi uomini importanti ed all’aumento della concorrenza interna; sono gli anni delle “7 sorelle” e dell’ingresso prepotente dei capitali (a volte di dubbia provenienza), del quale lo stesso Berlusconi era stato fautore e precursore, nel mondo del calcio italiano ed europeo. Sacchi e Capello tornano ad avvicendarsi, senza fortuna, sulla panchina, ed il Milan scende addirittura al 10° ed 11° posto, lontano dalla ribalta europea; Maldini, diventato capitano dopo l’addio di Franco Baresi, è vittima di qualche infortunio e come la squadra vive stagioni sottotono rispetto ai suoi standard.
Nel 1999, con il carneade Zaccheroni alla sua guida, il Milan torna a vincere lo scudetto, il primo per Paolo con la fascia al braccio, strappandolo all’ultima giornata alla Lazio di Cragnotti.
Nel nuovo millennio si riapre la bacheca nazionale ed internazionale; l’arrivo in rossonero del tecnico Carlo Ancelotti, centrocampista ed “allenatore in campo” nel primo Milan targato Sacchi, e del centrale difensivo Alessandro Nesta (considerato da molti il vero erede di Baresi), costituiscono dei tasselli fondamentali per la nuova grandezza del club meneghino. Il 28 maggio 2003, a 40 anni esatti dalla vittoria con il Benfica, un altro Maldini, stavolta Paolo, alza al cielo la Coppa “dalle grandi orecchie” e qualche settimana dopo conquista anche la Coppa Italia superando in finale la Roma. L’anno dopo arriva di nuovo il tricolore e Paolo è 10° in un sondaggio Uefa lanciato per celebrare i migliori calciatori d’Europa degli ultimi 50 anni; tra gli italiani lo precede soltanto Dino Zoff.
Dopo l’ennesima Supercoppa italiana, la stagione 2004-2005 si chiude con un’amarezza per Maldini che in finale di Champions contro il Liverpool realizza la rete dell’1-0, divenendo il più anziano marcatore in una finale di questa competizione, ma perde la gara ai rigori, nonostante il parziale di 3-0 fissato a fine primo tempo dalla doppietta di Crespo!
Il 25 settembre 2005 entra definitivamente nella storia del calcio italiano inanellando la 571° presenza in campionato e scavalcando Zoff nella specifica graduatoria. Sette giorni dopo realizza la sua prima ed unica doppietta contro la Reggina.
Il 23 maggio 2007, a distanza di due anni, il Milan e Maldini consumano la loro vendetta superando il Liverpool ad Atene per 2-1; per Paolo è la 5° Champions nel carniere! Insieme a Francisco Gento, inoltre, Maldini è l’unico calciatore ad aver disputato 8 finali della Coppa dei Campioni/Champions League.
Il 16 dicembre 2007, dopo la vittoria ai danni del Boca Juniors, è il primo capitano del vecchio continente a sollevare al cielo la Coppa del Mondo per Club, trofeo che sostituisce l’Intercontinentale; il 16 febbraio 2008 a Parma tocca il traguardo delle 1.000 partite da professionista, secondo soltanto al portiere inglese Peter Shilton.
La sua ultima apparizione a San Siro è datata 24 maggio 2009; nell’occasione si manifesta, sia pure “coperta” dal resto dello stadio che lo acclama a piena voce, il dissenso nei suoi confronti da parte di una frangia del tifo organizzato rossonero che aveva mal digerito alcune sue dichiarazioni scevre dalla solita ipocrisia che permea le classiche interviste dei dopo partita.
La settimana dopo, a Firenze, anche la tifoseria avversa lo saluta rendendogli tutti i meriti dovuti. Il Milan ritira la casacca numero 3 (come fatto in precedenza con la 6 di Baresi) tributandogli così l’eterna riconoscenza.
PAOLO MALDINI E LA NAZIONALE
Anche in azzurro la carriera di Paolo Maldini è zeppa di record, anche se priva di successi.
Dopo aver giocato in Under 21 agli ordini del padre Cesare, Paolo debutta in prima squadra, a 19 anni, il 31 marzo 1988 a Spalato in Jugoslavia-Italia terminata sull’1-1. Agli Europei dello stesso anno disputa da titolare tutte le gare degli azzurri, che escono in semifinale contro l’URSS. Sempre in semifinale si ferma il cammino azzurro ad Italia 90, con Maldini che disputa le sette gare della nostra Nazionale.
Con Sacchi in azzurro aumenta la sua leadership anche a livello internazionale, ma i risultati purtroppo non migliorano di molto; dopo la cocente sconfitta in finale a Pasadena contro il Brasile ai Mondiali di Usa 94, gli azzurri escono al primo turno agli Europei inglesi del 1996, proprio a causa di un eccesso di sicurezza del mister, che cambia troppe pedine all’indomani del brillante esordio con la Russia. La Nazionale passa allora al padre Cesare e Paolo eredita la fascia di capitano da Baresi, proprio come nel Milan. Il terzino è titolare inamovibile anche ai Mondiali di Francia 98 (terza manifestazione iridata alla quale partecipa), quando ancora una volta i rigori ci “fanno fuori” proprio contro i padroni di casa.
Due anni dopo sembra fatta; gli azzurri di Zoff, sempre con Maldini in campo, sono in vantaggio, contro la Francia, al 92’ della finalissima degli Europei, ma prima Wiltord, e poi Trezeguet ai supplementari (nei quali vige la regola del “Golden Gol”) ci “regalano” l’ennesima delusione.
La stessa regola ci punisce anche nel 2002 ai Mondiali in Corea e Giappone; stavolta Paolo commette l’errore decisivo che da il là alla vittoria asiatica nei nostri confronti. Al termine della manifestazione, sommerso dalle critiche, Maldini decide di dire addio alla maglia azzurra, nonostante Trapattoni avesse cercato di dissuaderlo.
Con la maglia azzurra ha disputato 126 partite, di cui 74 come capitano, realizzando 7 gol. Nei campionati del mondo ha collezionato 23 presenze (seconda prestazione di sempre dopo le 25 partite di Lothar Matthäus che però giocò 5 edizioni contro le 4 di Maldini), in queste ha stabilito il record assoluto per i minuti giocati: 2.216.
VITA PRIVATA – Quarto dei sei figli di Cesare Maldini (1932-2016) e Marisa Mazzucchelli (1939-2016) Paolo ha tre sorelle maggiori e due fratelli minori; si è sposato il 14 dicembre 1994 con l’ex modella venezuelana Adriana Fossa a Villa Borromeo (Cassano d’Adda).
La coppia ha due figli: Christian (nato il 14 giugno 1996) e Daniel (nato l’11 ottobre 2001), il primo attualmente milita nei maltesi dell’Ħamrun Spartans, il secondo nel settore giovanile del Milan.
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RECORD
- Record di presenze nel Milan: 902.
- Più giovane esordiente con la maglia del Milan: 16 anni e 208 giorni (in Udinese-Milan del 20 gennaio 1985).
- Record di presenze in Coppa dei Campioni/Champions League con il Milan: 139.
- Record di presenze in Serie A: 647 (tutte con la stessa squadra).
- Record di presenze nei campionati professionistici italiani: 647 a pari merito con Pietro Vierchowod (superato di 1 presenza se si tiene conto dello spareggio disputato nella stagione 1986-1987).
- Maggior numero di stagioni disputate in Serie A: 25 (tutte consecutive e con la stessa squadra) a pari merito con Francesco Totti.
- Record di presenze nelle competizioni UEFA per club: 174 (tutte con la stessa squadra).
- Record di finali di Coppa dei Campioni/Champions League disputate: 8 (record condiviso con Francisco Gento).
- Gol più veloce segnato in una finale di Champions League (2004-2005): 51,20 secondi.
- Giocatore più anziano ad aver segnato un gol in una finale di Champions League (2004-2005): 36 anni e 334 giorni.
- Record assoluto di minuti giocati ai Mondiali: 2.216.[95]
PALMARES
- 5 Coppa dei Campioni/UEFA Champions League (Milan: 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994, 2002-2003, 2006-2007)
- 5 Supercoppa UEFA (Milan: 1989, 1990, 1994, 2003, 2007)
- 2 Coppa Intercontinentale (Milan: 1989, 1990)
- 1 Coppa del mondo per club (Milan: 2007)
- 7 Scudetti (Milan: 1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999,2003-2004)
- 5 Supercoppe Italiane (Milan: 1988, 1992, 1993, 1994, 2004)
- 1 Coppa Italia (Milan 2002-2003)
- Top 11 all’Europeo: 3 (Euro 1988, Euro 1996, Euro 2000)
- Trofeo Bravo: 1 (1989)
- World Soccer’s World Player of the Year: 1 (1994)
- Top 11 ai Mondiali: 1 (USA 1994)
- Squadra dell’anno ESM: 4 (1994-1995, 1995-1996, 1999-2000, 2002-2003)
- Onze de Bronze: 1 (1995)
- Premio Scirea alla carriera: 2002
- Inserito nella FIFA World Cup Dream Team: 2002
- Squadra dell’anno UEFA: 2 (2003, 2005)
- Oscar del calcio AIC: 1 Miglior difensore: 2004
- Inserito nella FIFA 100 (2004)
- FIFPro World XI: 1 (2005)
- Miglior giocatore UEFA: 1 Miglior difensore: 2007
- Premio internazionale Giacinto Facchetti: 1 (2008)
- Vincitore del FIFA Order of Merit: 2008
- Premio UEFA alla carriera: 2009[83]
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “Giocatore italiano”: 2012.