Carl Lewis: il figlio del vento
La storia sportiva di Frederick Carlton “Carl” Lewis nato a Birmingham, il 1º luglio 1961 inizia alleOlimpiadi di Los Angeles del 1984 quando un ragazzone di soli 23 anni si impone agli occhi del mondo. Ed è proprio in quei giochi che nasce la leggenda del “figlio del vento”. dell’atletica leggera.
A distanza di 48 anni dalle imprese del leggendario Jesse Owens (olimpiadi di Berlino del 1936 davanti agli occhi di Hitler), un altro nero d’America vinceva 4 medaglie d’oro nelle discipline simbolo dell’atletica: 100 metri, 200 metri, salto in lungo e staffetta 4 per 100.
Facendo qualche passo indietro e parlando della sua infanzia raccontiamo che il piccolo Carl Lewis è cresciuto a Willingboro, nell’area di Philadelfia.
La leggenda narra che i genitori – entrambi atleti – fondarono un Club di atletica leggera e non avendo una baby-sitter a cui affidare Carl, portavano il bambino al Club e lo lasciavano giocare nella fossa di sabbia della pedana del salto in lungo, mentre loro si dedicavano agli allenamenti. La madre Evelyn addirittura partecipò alle Olimpiadi del 1952 di Helsinki, negli 80 metri ad ostacoli.
All’età di 13 anni iniziò a gareggiare nel salto in lungo. Grazie alla sua alta velocità nello scatto, si comportava bene anche nello sprint, ma non era un gran partente per via delle lunghe gambe, che comunque gli consentivano di lanciare delle rimonte che sono passate alla storia. Nel 1980 Carl venne selezionato per la squadra olimpica statunitense, ma il boicottaggio americano dei Giochi di Mosca rinviò il suo debutto. Col senno di poi per lui fu una fortuna; infatti Lewis maturò ed arrivo più pronto alla grande occasione della sua vita.
Nella stagione seguente, arrivò la consacrazione ed i record del mondo, e clamorosamente arrivarono in quella che era la seconda sua disciplina i 100 metri. Nella prima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera del 1983, Lewis ottenne i suoi primi titoli, conquistando la vittoria nei 100 metri, nel salto in lungo e nella staffetta 4×100. Arrivò così da favorito alle successive Olimpiadi di Los Angeles 1984. Partecipando anche ai 200 m, Lewis riuscì a ottenere una prestazione pari a quella di Jesse Owens del 1936, vincendo quattro medaglie d’oro.
Il clamore dell’impresa fece di Lewis un personaggio popolarissimo, nel classico stile tipicamente americano. Carl continuava a mietere successi e record e nessuno sembrava in grado di avvicinarsi alle sue prestazioni. Nessuno tranne un certo Ben Johnson.
I due si affrontarono nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Seoul 1988, nella gara che passò alla storia per lo scandalo doping. Lewis corse in 9’92 ma il canadese Johnson trionfò con lo straripante tempo di 9’78. Qualche giorno però accadde un fatto senza precedenti: Ben Johnson venne trovato positivo ai test antidoping e ammise di aver fatto uso di sostanze dopanti anche negli anni precedenti. In seguito a queste dichiarazioni Johnson fu squalificato e le sue medaglie d’oro del 1987 e 1988 furono ritirate, di conseguenza Lewis ricevette il titolo di campione mondiale e olimpico nei 100 m, inoltre i record di Johnson furono cancellati e il 9″92 realizzato da Lewis nella finale olimpica divenne il nuovo record mondiale sulla distanza. Dopo il 1988, il predominio di Lewis nello sprint iniziò a svanire, anche se le sue prestazioni nel salto in lungo rimasero eccellenti.
Il 1992 fu l’anno delle olimpiadi di Barcellona, ormai in declino nei 100 metri, Carl Lewis mantenne altissima la competitività nel lungo, vincendo un oro e affermandosi con un’altra vittoria anche nella 4×100 USA.
Ad Atlanta 1996 – a 35 anni suonati e con una stagione piena di acciacchi ed infortuni – Carl Lewis concede il gran finale e l’ultima pagina della sua leggenda. Arriva nella finale del salto in lungo 12 anni dopo il suo primo successo olimpico a Los Angeles e nessuno crede in una sua nuova impresa. Prima del sesto e ultimo salto Lewis non si trovava nemmeno in zona podio.
L’ultimo salto della sua carriera non poteva però rimanere anonimo: fra lo stupore e il giubilo generale King Carl balzò al primo posto, conquistando la quarta medaglia d’oro olimpica consecutiva nel salto in lungo.
Si congedò dalle scene nel migliore dei modi come solo i grandi sanno fare..
Fra i vari record realizzati, il più “singolare” è stato battuto solo recentemente. Ha fatto registrare la punta di velocità più alta con 43,373 km/h, battuto solamente da Usain Bolt che nella finale dei 100 m di Berlino con la velocità di punta di 44,72 km/h.Altra curiosità di Lews è la sua conversione religiosa nel 1990 al veganismo e lui stesso ha dichiarato che questa nuova fede lo ha fortemente rigenerato e proiettato verso le migliori soddisfazioni sportive.
Olimpiadi di Los Angeles 1984: Carl Lewis conquista la medaglia d’oro gareggiando contro Mennea nei 200 m in 19.80
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