Arthur Antunes Coimbra Zico detto Galinho

Qualche giorno dopo la partita Flamengo –  Zelecnicar terminata 3-1 e risolta con una sua doppietta, lo scrittore e cronista Nelson Rodriguez scrisse: « E’ entrato in quella fase in cui un giocatore fa con il pallone tutto ciò che vuole», stava parlando di Arthur Antunes Coimbra ma se lo chiamate così lo conoscono solo gli appassionati di calcio, mentre chiamatelo Zico e tutti sapranno di chi stiamo parlando e cioè del giocatore brasiliano più famoso della storia dopo Pelè.

Zico nasce a Rio de Janeiro il 3 marzo del 1953 ultimo di 6 fratelli di cui 5 maschi, probabilmente il più gracile (per questo soprannominato il Galinho), ma sicuramente il più talentuoso e lo si vedeva già nelle strade polverose di Quintino, un lontano  e violento sobborgo di Rio quando i 5 fratelli Coimbra passavano le ore a correre dietro un pallone. A 17 anni il passerotto è un ragazzo normale, ha guadagnato 11 centimetri in altezza e 16 chili di peso ed ora è pronto per i professionisti.

Anche la Nazionale verdeoro nota il talento del giovane è così lo porta con se nel torneo del Bicentenario americano dove Zico è fra le rivelazioni del Torneo.

I successi in Patria
Nel 1980 Zico vince con il Flamengo il suo primo campionato brasiliano e in una tourneé di primavera il Brasile impressiona tutto il mondo sportivo.
Il 12 maggio 1981 la selecao si presenta a Londra per affrontare l’Inghilterra nel tempio del calcio, lo stadio di Wembley. Qui il Brasile non vince da 60 anni. Il gol della vittoria verdeoro è suo. La critica lo sottopone ad un termine di paragone importante: Zico diventa il Pelé bianco, l’erede legittimo del giocatore più forte della storia.

zico e Pelè

 
Nel novembre del 1981 avviene la vera consacrazione del campione, in sole in 3 settimane vince da protagonista 3 titoli e si impone all’attenzione di tutto il mondo prima facendo vincere  al Flamengo la Coppa Libertadores contro i cileni del Cobreloa in una triplice finale in cui Zico segna 4 goal.
Poi il 6 dicembre il Flamengo sconfigge il Vasco per 2-1 dopo tre sfide consecutive valide per il titolo di campione caricoca; infine 7 giorni dopo il Flamengo vola in Giappone e vince la Coppa Intercontinentale contro il Liverpool ed è premiato con una Toyota come miglior giocatore della partita. Mai più il Flamenco arriverà così in alto tant’è che quel periodo è ricordato come l’era-Zico.

 

Il suo primo mondiale
Il suo primo mondiale è Spagna 82, come per tutti i brasiliani , sarà un mondiale triste, perché in patria consideravano quel Brasile come il più forte di tutti i tempi, ma Zico si mette in mostra prima facendo faville nel girone, poi battendo anche l’Argentina di Maratona per poi arrendersi contro la sorprendente Italia di Pablito.
 Il rientro in patria porta ad un altro trionfo nel 1983 il Flamengo trionfa ancora una volta nel torneo nazionale e nella finalissima contro gli eterni rivali del Santos non può mancare la firma del Galinho fra le reti che fissano il risultato sul 3-0.

Maradona e Zico

 

L’esperienza Italiana
All’età di 30 Zico in patria è un autentico Totem, ha vinto tutto e decide di cercare altri stimoli. In Italia lo cercano tutte le Big ma clamorosamente  arriva a Udine
Per sei miliardi di lire. E’ una somma per l’epoca imbarazzante che mette in grande preoccupazione i vertici del calcio italiano e anche il governo.
Zico viene presentato, fra un Udine in festa, gioca anche una amichevole ma qualcosa però va storto e le cose si complicano. Viene sospeso temporaneamente dalla Federcalcio l’acquisto di Zico, la città di Udine insorge, in certi slogan e striscioni si inneggia sino al desiderio di passare all’Austria se il campione carioca non otterrà il via libera dalla Federazione.

Quando finalmente gli ostacoli verranno rimossi dopo un mese di passione e suspence lo si va ad ammirare sul campo contro gli jugoslavi dell’Hajduk l’Udinese vince 3-1 e il brasiliano firma la rete del 2-0.

Le amichevoli fanno registrare  il pienone al Friuli e Zico offe continui saggi di spettacolo. Persino il Real Madrid paga dazio e perde 2-1 dopo essere passato in vantaggio con il bomber Santillana. 
L’inizio del campionato 1983/84  è sfavillante sia per l’Udinese che per Zico, 5-0 al Genoa,  3-1 al Catania con due doppiette di Zico e 2 goal su punizione, al specialità del Galinho.

zico all'udinese

 
Zico segna sempre e spesso su punizione anche quando l’Udinese perde come ad Avellino. La prima grande sfida è con la Roma, l’Udinese vince e Zico segna ancora.
Il campionato di ritorno ha lo stesso andamento Zico segna e spesso su punizione e l’apoteosi è quando a Catania avviene un fatto mai visto prima: un intero stadio avversario che fa il tifo per lui.
Alla fine l’Udinese sarà nono e Zico chiuderà con 19 Goal dietro Platini nella classifica marcatori.
La società però sbanda tra litigi e incerte prospettive di futuro determinate dalle dimissioni di Dal Cin e dalla mancata riconferma dell’allenatore Ferrari per l’anno successivo. Infine sfuma in extremis l’ingresso in Europa, e nell’ambiente la sensazione che il giocattolo stia per rompersi è palpabile.
La stagione 1984/85  è totalmente diversa l’Udinese lotterà per salvarsi, nonostante questo clima dimesso, Zico brilla e non sembra scontento di militare in una squadra dalle ambizioni molto più limitate, però la sorte avversa si accanisce sul carioca con un infortunio che lo terrà fermo per lungo tempo.

Rientra in tempo per segnare due gol a Inter e Juventus prima di risolvere anticipatamente il contratto con la società. Ai problemi sul campo si aggiungono quelli fuori con le accuse mosse dalla giustizia italiana di evasione fiscale ed esportazione illegale di valuta.
Quel che è certo è che l’affetto tra il brasiliano e la città non è mai finito, è qualcosa rimasto dentro iscritto quasi come un codice genetico di una tifoseria e di un luogo.

Il Rientro in brasile e Messico 86
Il rientro ha come un unico obiettivo  quello di preparare il Mondiale Messicano del 1986, l’ultima occasione del Galinhio per passare alla sotira con la nazionale. Agosto 1985: il cammino è reso arduo da un infortunio patito in campionato che lo costringe a stare fuori a lungo e subire un intervento chirurgico. Ma Zico non molla e riesce a rientra in febbraio per la fase finale del Campionato carioca, quello dello stato di Rio. Ma il rientro trionfale è offuscato dal, il ginocchio fa ancora male e Zico si ferma di nuovo.
Torna nella selecao ad Aprile contro la Jugoslavia. Il Brasile vince 4-2 e Zico fa tre gol, un rigore e due pezzi da antologia.
Zico dovrebbe operarsi ma decide di stringere i denti e rimandare tutto a dopo il Mundial, che però però va malissimo, prima di tutto perchè Tele Santana non lo schiera mai titolare limitando il suo utilizzo a scampoli di partita.

Poi l’apice negativo arriva nella sfida dei quarti contro la forte Francia di Platini: le squadre sono ferme sull’1-1 quando alla mezz’ora del secondo tempo esce Muller ed entra Zico. In campo da poco più di un minuto tocca il suo primo pallone e pesca in area Branco che viene steso dal portiere francese Bats: rigore. Il tripudio del popolo carioca viene messo a tacere quando proprio il galinho fallisce clamorosamente l’occasione facendosi respingere il tiro. In campo Zico non si abbatte e trascina l’attacco brasiliano su tutte le azioni più pericolose in una gara ricca di emozioni. Ma il risultato resta in parità e si va ai rigori dove questa volta il Galinho non fallisce.

Il suo coraggio e la personalità non bastano. A decidere la gara sono gli errori di Socrates, Platini e Julio Cesar, ed alla fine sono i blues a prevalere. Per Artur il terzo titolo sfumato. A chi gli ha chiesto quale è il limite della sua carriera lui ha sempre risposto: “non avere mai giocato una finale mondiale pur avendo fatto parte di una generazione di campioni senza eguali.

Zico al Flamengo

 
Dopo l’amare estate del 1986 Zico deve saldare anche i conti in sospeso con il suo ginocchio. Si opera due volte senza mai pensare neppure per un attimo di mollare. Nella fase conclusiva del campionato brasiliano Zico torna e segna contro l’Atletico Mineiro e nella finale contro l’Internacional. Il Flamengo è in vantaggio per 1-0 e quando Zico deve uscire prima della fine, l’intero Maracanà acclama il suo nome. Alla fine i rossoneri trionfano e la folla richiama il campione dallo spogliatoio.

L’Esperienza Giapponese
Il 6 febbraio del 1990 Zico, con la maglia del Flamengo, dà l’addio al suo stadio, il Maracanà, dopo 730 presenze e 508 gol in campionato. Ma decide di continuare con il calcio nel campionato giapponese con la formazione dei Kashima Antlers. Gioca 88 partite e realizza a suo dire il goal più bello della sua carriera: il «gol dello scorpione»: proiettatosi con eccessivo slancio su un cross, supera il pallone , ma recupera con una capriola all’indietro, spedendo faccia a terra in rete al volo il pallone di tacco.
Nel 1994 Zico chiude anche in Giappone la sua carriera di giocatore ponendo la sua pluridecennale esperienza al servizio di nuove cause come l’apertura di una scuola calcio e l’incarico di commissario tencnico della nazionale giapponese.

 

Ecco alcuni dei gol più belli di Zico

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DoctorsTrucco

Angelo Grasso alias DoctorsTrucco, ha svolto per anni l’attività di cabarettista nel duo DoctorsTrucco esibendosi presso i più svariati locali d’Italia. In questo sito si occuperà della sezione Cabaret regalandoci delle verie e proprie pillole di comicità e di risate a crepapelle (garantito) e, grazie alle sue capacità innate, della sezione Fantacalcio (nel suo palmares Fantagazzetta ci sono già 4 premi).

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